11 febbraio 2011

La Coppia non è un Ring!


Inizia il match che vede l'esordiente Francesco opposto alla ben più esperta Francesca nella categoria pesi medi. Francesco parte bene senza mostrare alcun timore, ma la sua avversaria lo contrasta degnamente e lo attacca senza risparmiarsi. Nonostante ciò, Francesco, molto solido caratterialmente, attende il momento per piazzare buoni colpi, ma è Francesca che stabilisce il ritmo dell'incontro, riuscendo a trovare la strada per mettere l'antagonista sotto pressione. Un confronto non facile considerato il valore di entrambi, seppur nel diverso modo di interpretare la situazione. Francesco, con non poche difficoltà, riesce ad inquadrare il bersaglio e a contenere l'azione dell'avversaria, ma il verdetto va a Francesca che dimostra maggiore padronanza dell'argomento ed una più acuta persuasione!”
Al di là delle apparenze, quello che vi ho appena raccontato è, più o meno, quanto accadeva fino a qualche mese fa tra me ed il mio fidanzato, ogni volta che avevamo una “discussione”. Vi ho risparmiato l'immagine di Renè che abbassa le orecchie e si nasconde in camera da letto e del vicino che si affaccia al balcone incuriosito dalle urla, perché la rappresentazione dell'incontro di boxe mi sembrava già abbastanza esplicativa. E questo è quanto accade la maggior parte delle volte durante la maggior parte dei litigi che avvengono in una coppia. La stanza diventa un ring, ma senza un arbitro che ammonisce i colpi sotto la cintola e senza un reale vincitore: perché urlare all'altro quello che non ci piace di lui, fare di tutto per colpirlo subdolamente nei suoi punti deboli, dirgli le più infime cattiverie, non ci farà sentire meglio, lascerà soltanto aperte nel tempo nuove ferite per entrambi. Un paio di post fa, abbiamo parlato dell'importanza della comunicazione tra partner e dei problemi relativi all'”errata percezione”; oggi proverò a spiegarvi qualche semplice esercizio che possa aiutarvi a ristabilire l'armonia con il vostro compagno. Prima di tutto, abbiamo già accennato all'”ascolto profondo”, ma, chiariamo il punto: “ascoltare profondamente” significa essere presenti, non solo con le orecchie, ma anche con il corpo e con la mente; osservare l'altro, ma anche osservare cosa accade dentro di noi. Le azioni fisiche e l'attività mentale creano percezioni e sentimenti che possono generare il conflitto: potrete anche rimanere in silenzio, ma, se siete nervosi dentro di voi, l'altro percepirà che qualcosa sta accadendo. Per questo è molto importante che l'ascolto riguardi l'intero ambito, l'interazione nel suo aspetto globale. A volte noi tendiamo a dare per scontati alcuni accadimenti dicendo “tu hai fatto questo”, saltando a facili conclusioni e dando alla situazione contingente una certa solidità e concretezza. Proviamo, invece, a restare “aperti”, a valutare la cosa nell'insieme delle sensazioni che ci trasmette e che scaturiscono da noi stessi. Anziché concentrarci sul “tu”, proviamo a rivolgerci all'altro amorevolmente, perché l'importanza delle parole è fondamentale, le parole posso creare amore o distruggerlo: pensate a che effetto ha su di voi quando qualcuno vi si rivolge con tono iroso o maleducato. Un effetto “distruttivo”, non è vero!? Allora perché comportarci allo stesso modo proprio con la persona che amiamo!? Aspettiamo i tempi giusti, invece, se ci accorgiamo di essere troppo nervosi, calmiamoci prima: se ci esprimiamo con accuse e giudizi, l'altro avrà difficoltà ad accogliere la nostra comunicazione, per questo è importante calmarci ed aspettare. Sono principalmente quattro i modi per riuscire a ristabilire la comunicazione e rinnovare l'armonia nel rapporto e non è necessario attuarli tutti contemporaneamente, basta cercare di metterli in pratica di tanto in tanto nella comunicazione con il nostro compagno.
Cominciamo col dirgli le cose positive che pensiamo di lui/lei: significa condividere l'apprezzamento che proviamo per l'altra persona. D'altronde ce ne siamo innamorati, quindi, proviamo a ricordare a noi stessi ed all'altro i motivi per cui ciò è avvenuto.
Condividiamo il nostro rincrescimento: quando sbagliamo, ammettiamolo e chiediamo scusa; le nostre parole, le nostre azioni o non-azioni possono ferire anche involontariamente l'altro. Questo ci insegnerà a vivere in onestà ed apertura, abituerà l'altro a fare altrettanto e aiuterà entrambi a crescere.
Esprimiamo il nostro dispiacere: troppo spesso tendiamo a tenere per noi le difficoltà che stiamo attraversando, perché pensiamo che l'altro non sia in grado di capirci. Dunque, condividiamo la nostra sofferenza: se l'altro sarà messo in condizione di capire cosa ci fa “uscire dai gangheri”, probabilmente eviterà un determinato atteggiamento.
L' ultimo “esercizio” consiste nel condividere una vecchia difficoltà e chiedere sostegno: a volte può trattarsi di una ferita inferta molto tempo prima, di cui non siamo mai riusciti a parlare.
Qualunque di questi accorgimenti decidiate di applicare, ricordatevi sempre di iniziare col citare le cose positive che pensate dell'altra persona: i questo modo l'altro capirà che provate ancora amore per lui e volete proseguire nella relazione.
Molte di voi penseranno “non serve a niente, le ho già provate tutte!”. Io vi invito prima di tutto ad analizzare in profondità se davvero vi identificate negli atteggiamenti positivi che ho descritto ed a “giocarvi” comunque quest'ulteriore chance.

Per un approfondimento più incisivo e “tecnico” sul tema, a breve, un'intervista a Paola Cimarosti, Consulente spirituale ed esperta di Olistica da oltre 15 anni, che ha avuto modo di seguire molte coppie, aiutandole a ritrovare equilibrio e serenità.

2 commenti:

  1. Sono entrata nel tuo blog.brava...e complimenti!!!
    kiss Chiara

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  2. Finalmente, direi! ;) Grazie per il saluto e passa più spesso! mi piacerebbe sapere ogni tanto qual è la vostra opinione circa gli argomenti che tratto. Baciuz

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