22 febbraio 2011

In amore vince chi fugge!?


Non proprio! Anche se è vero che più entriamo in intimità con il nostro partner, più ci sembra che il suo interesse nei nostri confronti vada scemando. Ma questa è soltanto un'impressione, in realtà il suo interesse si modifica, non diminuisce (almeno nella maggioranza dei casi). Durante la prima fase del rapporto, quella del corteggiamento, o anche di poco successiva, è tutto un momento di “scoperta”: ci sentiamo completamente prive di antagoniste, sappiamo che il nostro compagno non ha occhi che per noi e ci crogioliamo nella parte delle femme fatale, tutte mistero e distacco. Fingiamo di non essere gelose ed in alcuni casi non lo siamo davvero, perché godiamo ancora di quella sicurezza e protezione derivanti dal fascino dell'ignoto, quello, più o meno, di quando anche lo sfioramento di una mano o una carezza diventano gesti inaspettati e sorprendenti. Poi, con il passare del tempo, cominciamo a “svelarci”, pretendiamo sincerità ad ogni costo, scopriamo tutte le carte e chiediamo al nostro compagno di fare altrettanto. Risultato: perdiamo la corazza e questa nudità ci spiazza e ci banalizza. Perché dovremmo risultare ancora interessanti agli occhi di un uomo che conosce tutte le nostre mosse con largo anticipo e sa cosa risponderci già prima che gli poniamo una domanda, soltanto ascoltando l'inflessione della nostra voce? Allora cominciano a venire fuori tutte le nostre insicurezze, ci aggrappiamo a lui come delle cozze cercando delle rassicurazioni...che non arriveranno! Scateneremo in lui, al contrario, un senso di soffocamento e non riuscirà a comprendere la nostra reazione, ne sarà infastidito, l'avvertirà come una mancanza di fiducia in lui e nel suo amore per noi. In realtà, l'atteggiamento degli uomini nei confronti di un rapporto ormai “collaudato” è assolutamente differente: quello stadio di confidenza che noi tanto deprechiamo perché non ci fa sentire più molto desiderabili, è da loro, invece, quantomai apprezzato, perché li pone finalmente nella condizione di poter abbassare la guardia, di potersi rilassare. Noi siamo diventate una persona di famiglia, come la mamma, come una sorella davanti alla quale potersi permettere qualunque libertà: non dovranno più modulare il tono della voce, ad esempio, ma potranno abbandonarsi a vocine infantili ed atteggiamenti puerili del tipo chiamare il cane apostrofandolo “amore del babbo!”; togliersi le nike in libertà senza doversi preoccupare delle conseguenze olfattive e psicologiche che tale gesto può avere su di noi! A noi, invece, è proprio questo che da fastidio! Eh, si, perché tutte queste “libertà” le interpretiamo come mancanze di riguardo nei nostri confronti. E quanto ci innervosiamo quando, invece, si impettiscono tutti di fronte ad una nuova conoscenza, calibrando persino il tono della voce e la stretta della mano!? Andiamo su tutte le furie, mentre ripercorriamo con la mente la scena di qualche minuto prima, quando il nostro uomo era stravaccato sul divano, coi capelli arruffati ed il calzino sdrucito in bella mostra. Guardatelo ora, mentre sorride allungando gli occhi dietro al suo rayban aviator! Sembra quasi gli spunti la stellina sui denti alla “Gigi la trottola”! E noi rosichiamo...perché ci farebbe piacere che il nostro uomo ci guardasse ancora come “donne” e non come lavastoviglieconfessionalimamme! La prima domanda da porsi, dunque, è se una diminuzione dell'interesse sia avvenuta davvero o se non sia piuttosto aumentata la nostra ipersensibilità. Io mi schiero per la seconda ipotesi, perché, fondamentalmente, siamo noi che ci sentiamo poco interessanti e, probabilmente, questa nostra insicurezza ci fa apparire tali. Anche se è pur vero che troppo spesso gli uomini, quando si “accasano”, tendono un pochino a trascurare tutte quelle attenzioni che ci rivolgevano all'inizio. Ma, su questo, possiamo fare ben poco, gli uomini, dopotutto, sono un bluff! Inoltre, non sottovalutiamo che nella vita tutto cambia continuamente, quindi perché ciò non dovrebbe avvenire anche per il rapporto all'interno di una coppia,? Le persone cambiano, le situazioni cambiano, quindi è naturale e comprensibile che si modifichino anche gli atteggiamenti, perché fingere di essere sempre gli stessi?! Mi viene in mente un aneddoto letto su un libro di Osho: “Una coppia di ottantenni decide di trascorrere il proprio anniversario di matrimonio nello stesso Hotel in cui aveva passato la luna di miele cinquant'anni prima. Quando si mettono a letto, la donna dice al marito:”mi bacerai con lo stesso ardore di quella notte?” Il marito annuisce e si alza. La donna, perplessa, gli domanda dove stia andando e lui le risponde “ a rimettermi la dentiera!”. “ Insomma, questo per sottolineare che tutto cambia, quindi, anche quel bacio, con o senza dentiera, non sarà, per forza di cose, mai più lo stesso. A questo punto, sembrerebbe che una soluzione al problema non esista. E invece no! C'è un modo per mantenere viva la tensione amorosa e non far calare l'interesse ed il consiglio viene da Aivanhov che parla di “giusta distanza”:

Un uomo e una donna s’incontrano: per qualche tempo ognuno dei due presta attenzione affinché possa piacere all’altro; ma dal giorno in cui vivono insieme, non si credono più tanto obbligati a fare degli sforzi. Direte che la vita quotidiana è talmente impegnativa, che si hanno talmente tante preoccupazioni, tanti doveri, cose a cui pensare! D’accordo, però c’è almeno una soluzione: un po’ più di distanza. Sì, anche quando vivono insieme, uomini e donne trarrebbero vantaggio nell’osservare una certa distanza, per evitare di cadere in quella familiarità prosaica che caratterizza la vita quotidiana quando non si è vigili. È spesso per mancanza di vigilanza che si perde l’amore. È bene che in una coppia ciascuno mantenga per l’altro qualcosa di segreto, di misterioso, al fine di conservare l’interesse, la curiosità per qualcosa di nuovo, di sconosciuto. È questo qualcosa di sconosciuto che protegge e nutre l’attrazione che ciascuno sente per l’altro."

Con questo non voglio dire che dobbiate avere dei segreti con il vostro compagno o utilizzare delle strategie per mantenerne viva l'attenzione, ma cercate di non assuefarvi all'abitudine, serbate piccole parti di voi stessi da donare al momento opportuno. Per dirla con le parole di Paola Cimarosti: “A volte basta pochissimo colore per cambiare il quadro...”

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