3 febbraio 2011

Le radici della sofferenza

"Praticare la meditazione significa prenderci cura delle nostre sensazioni, dei nostri sentimenti. Ci sono sensazioni piacevoli che possono essere nutrienti e risanatrici; se quella sensazione, invece, non è nutriente e risanatrice, in seguito provocherà sofferenza: devo esserne consapevole. La pratica di essere consapevole consiste in questo: non cercare di aggrapparci né di respingere la sensazione, ma solo riconoscere ciò che è. La nostra paura, la nostra preoccupazione, la nostra rabbia non dovrebbero essere considerate come nemiche, dunque, ma come un fratello minore di cui
prendersi cura. Imparare a sostenere la nostra sofferenza e osservarne a fondo la natura per scoprirne le radici è un compito molto nobile ed importante. Il Buddha ha parlato delle Quattro Nobili Verità sofferenza; i mezzi ed i metodi per raggiungere la liberazione dalla sofferenza.: la presa d'atto che c'è sofferenza; la comprensione delle cause della sofferenza; la possibilità di liberazione dalla sofferenza. In quanto alla Seconda nobile verità, il Buddha ha citato quattro tipi di “nutrimenti” che possono portarci un bel po' di sofferenza.
La prima fonte è il cibo commestibile: il cibo che introduciamo nel corpo attraverso la bocca è all'origine di svariate malattie; molti di noi si ammalano o stanno male perché non mangiano in consapevolezza, non osservano a fondo i propri consumi alimentari.
La seconda fonte di nutrimento sono le impressioni sensoriali: in questo caso i consumi passano attraverso gli occhi, le orecchie, il naso, il corpo e la mente. I nostri oggetti di consumo possono contenere molti veleni come violenza, paura, rabbia, avidità: se ogni giorno consumiamo una gran quantità di stimoli o prodotti tossici sotto forma di impressioni sensoriali, finiremo per ammalarci.
A volte anche una conversazione può essere molto tossica: la storia che l'altro ci racconta può contenere una quantità di rabbia, violenza, disperazione e noi ingeriamo una quantità di veleni assecondandola.
La terza fonte di nutrimento è la volizione o intenzione: se il desiderio più profondo della propria vita è di aiutare le persone, alleviare la sofferenza, proteggere l'ambiente, quel tipo di intenzione è una sorta di nutrimento che può dare salute e gioia. Se, invece, il nostro desiderio più profondo è di rincorrere la fama, le cose materiali, la vendetta o la ritorsione, quel desiderio porterà una quantità di sofferenza.
La quarta fonte di nutrimento è la coscienza: la nostra coscienza individuale è fatta di coscienza collettiva. Se siete circondati da persone piene di compassione, gentilezza, di gioia e avete l'opportunità di vivere con loro a lungo, un giorno anche voi sarete più compassionevoli, più gioiosi, più felici. Così è importantissimo trovare un ambiente che sia salutare per noi.

Il Buddha ha detto: “Se sai osservare a fondo tutto ciò che è venuto in essere, in particolare, il tuo malessere e sai identificare la fonte di nutrimento che l'ha alimentato, sei già sul sentiero della guarigione e della trasformazione.”

La via d'uscita da questa situazione, dunque, è il consumo consapevole; tutti noi dovremmo conoscere questo insegnamento per mettere fine alla sofferenza.”

(Tratto da “Quando bevi il tè stai bevendo nuvole” di Thich Nhat Hanh)

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