26 febbraio 2011

Una serie di buoni motivi per evitare di mangiare carne

HotDog (letteralmente)
Mentre aspetto che Marco mi invii un parere sul mio post del cibo-cura e le note nutrizionali delle ricette dello Chef, una domanda continua a sbattere dal lobo destro a quello sinistro del mio cervello : ma Gesù era vegetariano?! No, perché il Vecchio Testamento cita: “Poi Dio disse: "Ecco, Io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra, e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme; saranno il vostro cibo. […] E Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona.”
(Genesi, 1. 29,31). Quindi, se Dio si rese conto che quanto aveva appena deciso fosse “cosa molto buona”, immagino che non avesse dubbi sul fatto che il nutrimento di cui avesse bisogno l'uomo constava essenzialmente di frutta e verdura. Oh, Dio era Dio, mica un nutrizionista qualsiasi! Ci aveva appena materializzati dalla polvere, conosceva perfettamente ogni più segreto antro del nostro corpo, figuriamoci se poteva commettere un errore, mentre stabiliva quale tipo di cibo dovessimo assumere! E' proprio partendo da questa riflessione che i conti non mi sono tornati: se Dio è “Dio” e Gesù suo figlio, com'è possibile che, ad un certo punto, abbia deciso di mettersi a moltiplicare i pani ed i pesci, allontanandosi dall'insegnamento di suo Padre?! Mi direte che i giovani, sono così, indisciplinati, ed è molto comune che, in fase di crescita, disattendano volutamente alle regole imposte dai genitori e vi si pongano in aperto contrasto per affrancarsi da essi in una sorta di ribellione. Ci può stare, ok, ma una volta! Reiterare tale disobbedienza a trentatré anni, in occasione dell'ultima cena, quando invita gli apostoli a casa a mangiare l'agnello sacrificale, mi sembra davvero una inscusabile mancanza di rispetto! Per quanto io ritenga che Dio sia un personaggio profondamente compassionevole, credo pure che a Gesù, un sonoro fulmine sulla testa, non l'avrebbe risparmiato!


Al di là dell'aspetto propriamente “nutrizionale”, non dimentichiamo che, tra i vari, un comandamento ammonisce “non uccidere” e mica specifica “non uccidere gli altri uomini”! E' piuttosto generico, quindi potrebbe chiaramente essere esteso a tutte le creature della terra. A questo proposito interviene Isaia che grida “Chi ha ucciso un bue è come se avesse ammazzato un uomo!”. Mi sento sempre più confusa! Anche se volessimo assumere per buono che Gesù non fosse realmente il figlio di Dio, ma solo un profeta, come sostiene la maggior parte delle religioni, o, andando ancora oltre, che fosse soltanto un “uomo di fede” (giusto per far felici gli agnostici), il suo comportamento risulterebbe lo stesso poco consono, soprattutto rispetto ai tempi nei quali è inserito. A questo punto, poiché la curiosità è donna, decido di esplorare un po' il web alla ricerca di qualche ulteriore informazione. Prima di tutto mi rassicurano le pergamene del Mar Morto, manoscritti originali dell'età cristiana, trovati in alcuni vasi di argilla nel 1947, che riportano altri Vangeli, cosiddetti “apocrifi”, mai riconosciuti dalla Chiesa (come al solito, non gli conviene). Nella descrizione del miracolo della “moltiplicazione”, tali manoscritti sostituiscono ai “pesci” la frutta:"E Gesù pose il pane e la frutta dinanzi a sé, e anche l'acqua. E loro mangiarono e bevvero, e furono sazi.”. Un punto a favore di Gesù (forse non era poi così sovversivo)! E ancora è proprio Gesù che ad un certo punto dice: “Maledetto colui che con l'astuzia ferisce e distrugge le creature di Dio! Sì, maledetti i cacciatori, perché saranno cacciati, e per mano di uomini indegni riceveranno la stessa misericordia che hanno mostrato alle loro prede innocenti, la stessa.” Ed a questa ammonizione darei un bel +10 punti, dal momento che mi schiero apertamente contro la caccia. Il Vangelo Esseno della Pace, poi, ribadisce: “E la carne degli animali, uccisi nel suo corpo, diventerà la sua stessa tomba. Perché in verità vi dico, colui che uccide, uccide se stesso, e coloro che mangiano la carne degli animali uccisi, mangiano il corpo della morte.”.

Quest'ultima affermazione, oltre a vivificare un'immagine sconcertante, mi fa tornare in mente quanto sostiene il Prof. Veronesi a proposito del consumo di carne: “La relazione tra alimentazione e stato di salute è riconosciuta fin dalla preistoria dall'uomo, che aveva imparato a comprendere l'effetto dei diversi alimenti sull'organismo, evitando l'assunzione di cibi nocivi o tossici, perché l'alimentazione è atto cosciente di assunzione selettiva di alimenti. […] Nella buona alimentazione, caposaldo della prevenzione, devono entrare molti vegetali e poca o nulla carne. Io sono un vegetariano convinto per ragioni etiche (non mi va di soddisfare la gola a spese del dolore e della morte di altri animali), ma nel fare queste affermazioni mi baso su ragioni scientifiche più che accertate.” (tratto da un'intervista de “L' Espresso”). 

Insomma, se anche la medicina convenzionale è concorde nel sostenere che l'uso della carne debba essere ridotto al minimo, questo significa che Dio ha fatto un buon lavoro e mi convince, sempre di più, che Gesù non potesse che seguire il suo insegnamento.
A questo punto, l'unica cosa che mi preoccupa è che la scienza sia giunta a tale conclusione soltanto dopo svariati secoli di ricerca e di soldi investiti a nostre spese, quando sarebbe bastato acquistare una Bibbia in una qualunque libreria e sfogliarne il capitolo primo; nemmeno era necessario leggersi più di mille pagine, sarebbe bastato il primo capitolo! Ma, si sa, spesso la soluzione è davanti ai nostri occhi ma non la vediamo (antica saggezza popolare!).
 

Se do una rapida scorsa mentale a tutti i libri che ho letto, mi accorgo che le varie religioni, seppure nella loro apparente diversità, affermano tutte la stessa cosa: VIETATO MANGIARE CARNE! Così anche Buddha, quando asserisce che la carne non vada mangiata in nessun caso, se non per errore e che quando togliamo la vita ad un animale commettiamo “5 volte grave colpa”:
- perché siamo colpevoli di aver ordinato di catturare un animale;
- perché l'animale trascinato, tremante e riluttante, prova dolore e tormento;
- perché ordiniamo di uccidere l'animale;
- perché, poi, l'animale nella morte prova dolore e tormento;
- perché induciamo anche altre persone a mangiare carne.

E i monaci Zen non si discostano molto da questo insegnamento, anche se non impongono di diventare vegetariani, poiché ritengono che questa sia una scelta che ciascuno debba maturare dentro se stesso e non viverla come una forzatura. Ma usano un parallelismo piuttosto forte quando sostengono che, mangiando carne, è come se mangiassimo i nostri stessi figli! Eh si, perché i dati dell'UNESCO parlano chiaro: ogni giorno muoiono circa quarantamila bambini per fame o malnutrizione; allo stesso tempo oltre l'80% del mais ed il 95% dell'avena prodotti negli USA sono destinati al bestiame: una quantità di cibo equivalente alle calorie necessarie a sfamare 8,7 miliardi di persone, più dell'intera popolazione terrestre!
L'argomento è troppo vasto e vario! Mi perdo nelle centinaia di considerazioni che fanno a capo al consumo corretto di carne: medici, monaci, vegani; ma anche implicazioni con inquinamento, degrado dei suoli, cambiamenti climatici! E, a quanto apprendo, se ne discute non solo perché fa male alla salute del singolo individuo, ma un uso scorretto e smodato di carne nuoce al mondo intero! Se aggiungiamo, poi, come sostiene una recente scoperta effettuata al San Raffaele di Milano, che le cellule hanno “memoria” e la trasmettono alle altre cellule, non è difficile immaginare che tutte le informazioni di dolore, terrore, paura, immagazzinate dagli animali vengano inglobate nel nostro organismo e ne entrino a far parte, compromettendo la nostra salute ed il nostro stato d'animo. Insomma, tutte queste informazioni mi orientano e mi disorientano, benché mi renda conto che sono tantissimi i buoni motivi per cui potrei smettere di assumere carne animale.

Su una cosa non ho più dubbi: Gesù doveva per forza essere vegetariano!
Qualcuno sostiene che smetteremo di mangiare carne quando saremo abbastanza elevati spiritualmente: in quel momento, sarà proprio il nostro organismo a non avvertirne più la necessità ed a smettere di elemosinarla. Fino ad allora siamo “autorizzati a trasgredire”. Quindi, se proprio non riusciamo a farne a meno, perlomeno
facciamo della carne un uso più consapevole, per amore di noi stessi, degli animali e del pianeta su cui viviamo.

E per concludere, le parole autorevoli del Prof. Veronesi:
Il loro nome è animali, ma noi non gli riconosciamo l’anima, qualunque cosa essa sia. Riconosciamogli almeno la capacità di esseri ‘senzienti’. Esseri vivi e palpitanti, che sentono il disagio, il dolore, la paura, l’angoscia. Non facciamoli nascere per farne delle ‘cose’. Sottomesse all’inaudita violenza con cui noi trattiamo ciò che secondo noi origina dal nulla e ritorna nel nulla, e che perciò ci sentiamo autorizzati, senza rimorso e anzi placidamente, a manipolare e a distruggere a nostro piacimento.
(Umberto Veronesi 22 febbraio 2010)

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