2 febbraio 2011

Ippocrate di Kos

Ippocrate introdusse il concetto innovativo secondo il quale la malattia e la salute di una persona dipendono da specifiche circostanze umane della persona stessa e non da superiori interventi divini
La teoria umorale concepita da Ippocrate di Coo, rappresenta il più antico tentativo, nel mondo occidentale, di ipotizzare una spiegazione eziologica dell'insorgenza delle malattie, superando la concezione superstiziosa, magica o religiosa.
Ippocrate tentò di applicare tale teoria alla natura umana, definendo l'esistenza di
quattro umori base, ovvero bile nera, bile gialla, flegma ed infine il sangue (umore rosso). La terra corrisponderebbe alla bile nera (o atrabile, in greco Melàine Chole) che ha sede nella milza, l'acqua corrisponderebbe alla bile gialla (detta anche collera) che ha sede nel fegato, l'aria alla flemma (o flegma) che ha sede nella testa, il fuoco al sangue la cui sede è il cuore.[3] A questi corrispondono quattro temperamenti (flegmatico, melanconico, collerico e sanguigno), quattro qualità elementari (freddo, caldo, secco, umido), quattro stagioni (primavera, estate, autunno ed inverno) e quattro stagioni della vita (infanzia, giovinezza, maturità e vecchiaia). Il buon funzionamento
dell'organismo dipenderebbe dall'equilibrio degli elementi, definito eucrasia, mentre il prevalere dell'uno o dell'altro causerebbe la malattia ovvero discrasia.Oltre ad essere una teoria eziologica della malattia, la teoria umorale è anche una teoria della personalità: la predisposizione all'eccesso di uno dei quattro umori definirebbe un carattere, un temperamento e insieme una costituzione fisica detta complessione:
  • il malinconico, con eccesso di bile nera, è magro, debole, pallido, avaro, triste;
  • il collerico, con eccesso di bile gialla, è magro, asciutto, di bel colore, irascibile, permaloso, furbo, generoso e superbo;
  • il flemmatico, con eccesso di flegma, è beato, lento, pigro, sereno e talentuoso
  • il tipo sanguigno, con eccesso di sangue, è rubicondo, gioviale, allegro, goloso e dedito ad una sessualità giocosa.
Ippocrate, inoltre, spostava la riflessione anche sui doveri morali del medico. In diversi passi delle sue opere, egli insiste sull'esigenza che il medico conduca una vita regolare e riservata, non speculi sulle malattie dei pazienti ma anzi li curi gratuitamente se bisognosi, stabilisca un legame di sincerità con i malati.


Tratto da Wikipedia

6 commenti:

  1. Queste parole mi ricordano i principi cardine su cui si basa la Medicina Tradizionale Cinese: ogni uomo è parte integrante dell'armonia
    dell'Universo, egli, situato fra cielo e terra, rappresenta il microcosmo che in sé racchiude
    tutto il macrocosmo che si esprime nel dualismo Yin-yang, manifestazione
    complementare ed inscindibile di un continuo divenire.
    L'energia (Qi) nel corpo umano, incanalata per la massima parte in vettori
    detti VASI o MERIDIANI, oscilla tra le due polarità yin e yang, racchiudendo
    in se stessa una funzione nutriente, riscaldante, difensiva e motrice, e la salute è
    rappresentata dall'equilibrio delle due polarità nel loro ritmico alternarsi.
    La patogenesi e la terapia vengono ricondotte proprio alla perdita di questo equilibrio. Se l'uomo possiede una
    circolazione energetica buona è sano e protegge la vita, se invece ne è carente, essendo
    egli stesso un sistema aperto con l'ambiente, viene invaso da energie esterne
    patogene ammalandosi; mentre se la sua energia è in eccesso questa non ne permette
    la circolazione ottimale.
    Il modo migliore per preservare l'equilibrio è quello di
    raggiungere l'armonia con il proprio essere e l'ambiente, ed il modo giusto è quello
    di evitare le passioni ed i sentimenti violenti, coltivando la propria flessibilità alla
    natura, adattandosi e non opponendosi, sviluppando il rilassamento e la tranquillità
    della mente.
    Ogni qual volta si manifesta uno squilibrio energetico in una determinata
    zona od organo del corpo, insorge la malattia.
    Il compito della terapia agopuntoria, a quel punto, è quello di equilibrare l’energia
    mediante l’introduzione di aghi su determinati punti interessati, situati sui
    Meridiani.

    Walter

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  2. Benvenuto Walter! In realtà io credo che, originariamente, i principi su cui i medici basavano le loro terapie fossero assolutamente diversi da quelli della medicina odierna e molto più simili alle pratiche orientali. Non solo era ritenuto fondamentale il rapporto tra medico e paziente (vedi il giuramento di Ippocrate), ma era altrettanto fondamentale curare la persona, oltrechè la malattia (che possiamo considerare l'effetto di un'alterazione dell'anima, o, come dici tu, dell'energia). Purtroppo l'"evoluzione" ha allontanato noi occidentali da questo concetto, mentre, a quanto pare, la medicina orientale si basa ancora su principi "preventivi" e su pratiche che prendono in considerazione primaditutto l'equilibrio interiore dell'individuo. E' per questo che io credo che la cosa più importante sia prevenire l'insorgere del disturbo, o, quantomeno, individuarlo quando è ancora in una fase iniziale e tentare di bloccare il suo sviluppo. E questo è possibile attraverso piccole attenzioni che possiamo introdurre nella nostra vita quotidiana. Grazie per la tua "testimonianza" così precisa!

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  3. Purtroppo, anche se ho fatto un corso di agopuntura, sono ancora troppo legato alla medicina occidentale. Secondo la quale la "malattia" è un'alterazione dello stato fisiologico e psicologico dell'organismo scatenata dall'interazione tra fattori predisponenti e fattori ambientali
    , "prevenire" consiste nel modificare le abitudini alimentari, lo stile di vita e prendere farmaci e "curare" assumere terapie mediche.
    Ho quindi difficoltà a vedere la salute e/o la malattia come frutto di interventi divini o l'effetto di energie positive o negative. Per cui ti chiedo di aiutarmi a comprendere le "attenzioni" di cui parli.
    Walter

    PS: speriamo che il mio prof non legga mai questo intervento, altrimenti l'esame finale non lo passerò mai!!

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  4. Caro Walter (immagino sia sempre tu, anche se non ti sei firmato), io credo, invece che tu abbia centrato esattamente il punto quando sottolinei che, secondo la medicina occidentale, "la malattia è un'alterazione dello stato fisiologico e PSICOLOGICO [...]"! Questo vuol dire che esiste una importante correlazione tra i due fattori nell'insorgere della malattia. Ed è quello che penso anche io (se leggi l'ultimo post pubblicato, ti farai, forse, un'idea più chiara). Nemmeno io credo che la malattia sia frutto di un'intervento divino o di un'energia negativa! Quando parlo di "piccole attenzioni" da introdurre nella vita di tutti i giorni, mi riferisco ad abitudini alimentari (spesso dimentichiamo l'importanza di determinati alimenti, spezie, erbe); semplici esercizi fisici che ci aiutino a rilassarci ed a scaricare le tensioni (lo stress, tu mi insegni, è causa di moltissimi disturbi anche a livello fisico); imparare a praticare il "pensiero positivo" (il saper predisporre l'animo al buon umore ci aiuterà senz'altro ad affrontare in maniera migliore le situazioni che ci capiteranno). Poi c'è la questione dell'"energia"...ma ne parleremo in un altro momento, altrimenti rischiamo di confondere le idee. Che ne pensi, per il momento puoi essere d'accordo con me?!

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  5. Sono assolutamente d'accordo con quello che hai appena detto, ma ... si tratta, a mio avviso, di "attenzioni" che in gran parte fanno parte della pratica della buona medicina tradizionale.
    Ad esempio, è impensabile curare una patologia psichiatrica senza psicoterapia o l'ipertensione senza dieta iposodica.
    Se invece parli della prevenzione dei disturbi, allora hai perfettamente ragione. In questo campo siamo carenti!

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  6. SI, Walter, principalmente parlo di prevenzione che inzia primaditutto migliorando il nostro stile di vita. Ho letto in un libro, ad esempio, che il Buddha sosteneva che se facessimo risposare il nostro corpo (e la nostra mente, aggiungo io), esso sarebbe in grado di guarire più in fretta. Per quanto riguarda la medicina tradizionale, personalmente ritengo che una buona terapia non si discosti di molto da quelli che sono i precetti della medicina orientale (di cui, perdonami, ne so ancora troppo poco); il problema, come al solito, è che parlano lingue diverse. ;) hai ragione quando dici che una buona cura farmacologica deve sempre essere accompagnata da un'altrettanto attenta dieta alimentare o cura psichiatrica, ma, ti chiedo, quanti medici associano davvero entrambe le cose e, cosa più grave, quanti "malati" seguono entrambe le terapie?! O spesso preferiamo la scorciatoia del farmaco pensando che "passato il dolore sia passata anche la malattia"?! Un abbraccio

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