Dopo
aver percorso duecentocinquantatre
chilometri di autostrada, benedetti da uno splendido sole (finalmente
Francesco ha potuto anche mettere alla prova le sue nuove lenti
polarizzate), siamo approdati a Roma. Ancora, una volta arrivati,
tutto ha continuato a scorrere in maniera fluida, come se qualcuno ci
stesse precedendo di qualche minuto, preoccupato di rimuovere
eventuali intoppi man mano che andavamo avanti. Giunti in Viale
Libia, mi torna in mente quello che mi aveva consigliato una mia
(ex) amica circa vent'anni prima: se
vuoi trovare parcheggio facilmente, devi ripetere nella tua testa la
parola “ruotate”
(pensiero creatore).
Con lei funzionava, così, preoccupata che Francesco potesse
innervosirsi per dover continuare a girare in tondo in cerca di un
posto per l'auto, ho messo in pratica il suggerimento e, dopo aver
ripetuto la “parolina magica” per non più di tre volte, come per
incanto, davanti a noi si libera uno spazio e, “caso” vuole,
esattamente davanti all'ingresso del B&B! Quindi, nonostante il
traffico del sabato pomeriggio, la zona piuttosto frequentata, i
lavori in corso, nel giro di pochi minuti, arriviamo a destinazione.
Ma fin qui, ancora ancora, niente di particolarmente astruso. Quello
che proprio mi ha colpita, è stata, invece, la sensazione di
benessere e familiarità che ho avvertito appena messo piede
nell'appartamento. Mi sono sentita perfettamente a mio agio, ho
captato una bella energia, quasi volesse comunicarmi di aver scelto
il posto giusto in cui soggiornare. Nel design e nell'arredamento il
proprietario aveva accennato uno stile vagamente orientale: molto
legno, parquet a terra, porte a scomparsa che diventano un tutt'uno
con le pareti, sempre in legno; sulle mensole Buddha, statuine
africane, incensi e, nella libreria all'ingresso, ricettari di cucina
macrobiotica. Ok, il nome del B&B è “Ecolodge”, quindi avrei
potuto immaginare che mi sarei ritrovata in un ambiente molto “bio”,
ma, credetemi, quando l'ho trovato su internet, non solo non ci ho
fatto caso, ma non ci ho neanche riflettuto; la mia scelta si è
basata esclusivamente sulla (breve) distanza che lo separava
dall'Istituto che avrei dovuto raggiungere il giorno seguente. Ma,
poiché non mi faccio mai gli affari miei, decido di chiedere al
proprietario se quello stile riflette una sua particolare passione
per il Giappone. Mi risponde, arronzandomi, che si tratta solo di
suppellettili che ha racimolato qua e là durante i suoi viaggi.
Comunicazione interrotta. La sensazione è che non voglia soffermarsi
sull'argomento, avverto una contrazione del suo stato d'animo.
Infatti, svia lo sguardo e dirotta la nostra attenzione sui servizi
che offre il B&B. Nonostante ciò, non mi lascio deconcentrare,
questa spiegazione sbrigativa non mi soddisfa e mi delude anche un
poco. Resto col dubbio. E' una disposizione troppo accorta per
credere che sia sistemata così a caso. Ogni oggetto è in perfetta
armonia con gli altri e col tutto. Subito dopo, il titolare ci invita
a visitare la stanza. L'immagine si ripete, ma mi reprimo dal fare
ulteriori domande per non sembrare invadente. D'altronde una risposta
me l'ha già data e, mio malgrado, devo farmela bastare. Ma, nel
momento in cui ci apre la porta del bagno e, orgoglioso, ci fa notare
che per l'illuminazione ha utilizzato la cromoterapia, proprio non
resisto più. Poiché mi accorgo che, probabilmente, per quanto
appaia una persona cordiale ed amichevole, non abbia molta voglia di
raccontare di sé, sono io a fargli una confessione, per
trasmettergli un po' di fiducia. Così gli spiego che sono a Roma per
assistere ad una lezione di naturopatia
e che sono contenta di aver scelto il suo B&B, poiché mi da
l'impressione di essere un luogo rilassante ed in perfetta armonia
con l'ordine naturale. Questa mia confidenza deve aver fatto breccia,
perché a quel punto, è lui a svelarsi. Mi racconta che qualche anno
addietro si era ammalato piuttosto gravemente ed aveva deciso di
curarsi con la medicina alternativa. Non solo è guarito, ma ha
ritenuto di approfondire l'argomento ed ha aperto, prima un
ristorante di cucina macrobiotica,
poi un'erboristeria
alle porte di Roma. Anche questa volta il mio sesto senso non mi ha
ingannata, non poteva trattarsi soltanto di una scelta stilistica, si
percepiva un coinvolgimento molto forte! Questa volta mi accontento
davvero della spiegazione e non vado oltre: non me la sento di
riportare alla memoria eventi dolorosi o riaprire delle ferite che,
evidentemente, sta cercando di cicatrizzare. Così, scambiamo ancora
qualche battuta sulla scelta dei saponi biologici e ci congediamo.
Riassumendo, ho appagato la mia ostinazione, ho aggiunto un altro
tassello al mio puzzle delle “coincidenze/segni”
ed ho inserito una nuova conoscenza nella lista delle “belle
persone”. Mi ritengo soddisfatta! Adesso, ditemi voi se credete
ancora si tratti solo di “casualità” (e chiudo la porta della
stanza).
Ci stavo giusto pensando leggendo il tuo ultimo post. Per me non si tratta di casualità, ognuno dovrebbe cercare di "ascoltare" di più i segnali di Dio che, senza dubbio, ci arrivano, così come dobbiamo cercare di trovare le risposte giuste che sono dentro di noi.
RispondiEliminaCiao alla prossima:)
Sono contenta che anche tu ti aggiunga alla lista dei sostenitori dei "segnali divini". Anche con te, benché non te l'abbia ancora mai detto, si è verificata una divertente coincidenza: abbiamo lo pseudonimo in comune! ;) Attendo (impaziente) il tuo prossimo articolo sul blog! un abbraccio
RispondiEliminaIo e te lo pseudonimo in comune? ma dai? adesso ti stupisco di più: non solo quello cara abbiamo in comune...anche il nome!! alla prossima
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