Dicono
che le coincidenze siano le parole degli Angeli. A quanto mi hanno
spiegato, il destino di ciascuno di noi è parzialmente scritto:
prima di incarnarci in un corpo fisico, alla nostra anima vengono
impartite delle “disposizioni” e le viene spiegato il compito che
dovrà svolgere sulla Terra facendo affidamento sul proprio talento.
Poi, attraverso il nostro “libero arbitrio” ed il nostro
discernimento, dovremmo essere in grado di raggiungere l'obiettivo da
soli. Purtroppo, però, queste informazioni cadono presto nell'oblio,
per cui a noi resta solo una vaga percezione del lavoro che ci è
stato affidato e, molto spesso, nemmeno quella. Quindi cominciamo a
soggiornare sulla Terra chiedendoci quale sia il nostro compito;
girovaghiamo senza meta come un mobile di Ikea senza libretto di
istruzioni. Spesso deviamo dal percorso stabilito, inerpicandoci per
strade non asfaltate ed imbattendoci in situazioni che ci fanno
soffrire. Ma proprio le afflizioni sono necessarie per riportarci in
carreggiata, per quanto possa sembrare una spiegazione dietrologica.
In effetti, da un po' di tempo, sto molto attenta ad osservare ciò
che mi accade quotidianamente, convinta che, dietro gli avvenimenti
all'apparenza più insignificanti, possa celarsi un qualche segno
della divinità che cerca di mostrarmi come procedere. La mia mente
ed il mio istinto percettivo sono sempre all'erta e, quando devo
compiere una scelta, mi pongo in ascolto e cerco di intendere cosa
stia cercando di dirmi la mia individualità. Eh si, perché al
nostro interno abbiamo un aspetto, per così dire, “double face”:
da una parte siamo profondamente caratterizzati dalla personalità,
che fa parte del nostro “Io inferiore”, che, per riassumere e
semplificare, ci spinge verso i sentimenti più biechi,
che so, la cupidigia, la brama, il possesso, il potere e, aimè, è
quella che durante il corso di tutta la nostra esistenza tendiamo,
impropriamente, a sviluppare. Poi, invece, c'è l'aspetto più “alto”
e “spirituale” di noi, l' “individualità”,
che, al contrario ci sostiene e ci incoraggia e tirare fuori tutti i
nostri migliori sentimenti e a costruire la nostra esistenza sulla
base di quelli. Ecco, più o meno questa è la struttura
della nostra anima,
senza voler troppo approfondire l'argomento in questa occasione.
Detto questo, quando mi trovo di fronte ad una situazione in cui mi
tocca effettuare una scelta, e non mi riferisco soltanto ad una
scelta concreta fra due cose, ma anche fra due stati d'animo, come ad
esempio stabilire come reagire di fronte a determinati atteggiamenti
di altri, mi pongo in ascolto
ed aspetto il consiglio. Se desideri sinceramente che “qualcuno”
venga in tuo aiuto e ti apra la mente, se sgombri l'animo da tutte le
percezioni distorte e le (false) convinzioni a cui sei ancorato,
l'aiuto arriva. Ed è un po' quello che mi è accaduto in questi
ultimi due giorni e che sono qui a raccontare. Qualche settimana fa
avevo svolto una ricerca su internet per trovare buone Scuole di
naturopatia,
decisa ad approfondire alcune tecniche che sto provando attualmente
su me stessa. La medicina naturopatica,
per capirci, è una medicina complementare che si basa sull'uso di
tecniche e di rimedi naturali,
oppure su l'adozione di stili di vita sani
e in armonia con i "ritmi della natura".
Va be', ma a voi questo non interessa (per ora!). Ad ogni modo,
questa indagine mi fa approdare ad un Istituto di Roma che mi da una
sensazione di serietà e completezza. Ma, poiché sono una donna
pigra, la mia prima preoccupazione è la distanza: pensare di dover
affrontare duecentocinquantatrechilometri solo per assistere alle
lezioni, mi demoralizza, così decido di mandare una mail, chiedendo
se sia possibile frequentare i corsi “online”. Dopo qualche
giorno mi rispondono dalla segreteria della scuola, mi forniscono
ogni genere di informazione, ma non appagano la mia richiesta
principale: POSSO FREQUENTARE RESTANDO COMODAMENTE SEDUTA SULLA
POLTRONA DI CASA?! Niente di fatto. Archivio la mail e passo oltre.
Decido, allora, di effettuare una ricerca più specifica nella mia
Regione e mi imbatto in un'altra Scuola, questa strutturata come
fosse un'Università, con tanto di esami da sostenere e di tesi
finale, ma che, alla fine del percorso rilascia un attestato non
meglio definito. Per chiarirmi le idee chiamo Marco, ne parliamo, ci
scambiamo le nostre riflessioni e decidiamo di andare insieme a
verificare di persona ad aprile, quando lui sarà finalmente libero
dagli esami. Ok, caso archiviato! Passano i giorni. Non ci penso
neanche più. Ritengo di non dover essere impaziente e di dover
aspettare che la strada si spieghi da sola. Mi passa di mente.
Arriviamo a due giorni fa. Mi metto a letto e mi accorgo di aver
dimenticato a casa di Francesco il libro che stavo leggendo; poco
male, sarà l'occasione per riprendere quello di Aivanhov
che avevo lasciato incompiuto. Il segnalibro mi riporta al capitolo
“La personalità vuole vivere la propria
vita, l'individualità vuole realizzare i progetti del Signore”.
Aivanhov dice: “ […] Ma dato che tutti ignoriamo quali siano i
progetti del Signore a nostro riguardo, bisogna chiederglielo e,
anche se non riusciamo ad afferrarli chiaramente, bisogna supplicarlo
dicendo: Signore, non riesco a capire, almeno fa' Tu tutto ciò che
occorre; spingimi, anche ciecamente, a mia insaputa, a fare la Tua
volontà. Serviti di me, prendi possesso di me, vieni e risiedi in
me.[...]”. Decido di aggiungere questa invocazione al mio
ringraziamento notturno.
Mi addormento. Il giorno seguente, come di regola, scarico le mail.
Tra le varie, un invito del Direttore della Scuola di Roma che mi
prega di contattarlo poiché gli farebbe piacere che io assista ad
una loro lezione. Mi ascolto. Si, gli telefonerò. Faccio mente
locale: una serie di “casualità” si sono concatenate. Non può
essere fortuito. Il fatto che l'invito preveda la mia partenza per
Roma entro il giorno successivo, mi spiazza un pochino, perché ho
poco tempo per organizzarmi e non so se a Francesco faccia piacere
macinare chilometri dopo una settimana di lavoro. Ma il mio fidanzato
è speciale (non l'ho scelto a caso) e subito si dichiara disponibile
a darmi una mano. Sarà anche l'occasione per farci finalmente quel
week end fuori porta che rimandavamo da un po' di tempo Tutto torna. Ho avuto
come la sensazione che “qualcuno” volesse ricordarmi qualcosa.
Magari la Scuola non mi piacerà o, forse, deciderò che non mi
piaccia l'argomento, ma, in un senso o nell'altro, questa serie di
accadimenti sono stati posti sulla mia strada per aiutarmi a
sciogliere un dubbio ed effettuare una scelta. Dite che si tratti di
coincidenze? Io preferisco credere di aver ascoltato la voce degli
Angeli...
Non sono un'esperta, sono solo una giovane donna che ad un certo punto ha avuto voglia di ritrovare se stessa. Tiziano Terzani ha detto "se uno non ha niente dentro, non troverà mai niente fuori"; così ho cominciato a cercare e mi si è aperto un mondo bellissimo. Non è mai tardi per ritrovarsi, l'importante è avere pazienza ed ascoltare qualche consiglio. Spero che la mia esperienza personale possa essevi utile.
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Bello... ma ribadisco il mio consiglio: leggi qualcosa di Vito Mancuso e vedrai la Fede in Dio per quella che è non per quella che ti hanno inculcato. :)
RispondiEliminaGrazie, Sansone, di certo seguirò il tuo consiglio, poiché mi piace essere aperta ad ogni nuova intuizione. Però ci tengo a sottolineare una cosa: la mia "fede", se così si può definire, non mi è stata inculcata, ma è il risultato di una profonda ricerca di me stessa che ho intrapreso da qualche tempo e di una "crescita spirituale" non propriamente cattolica. Non dobbiamo fare molta strada per incontrare Dio, è vicino a noi ed in ciascuno di noi. Anche tu sei Dio (sotto le mentite spoglie di Marmaduke!). Un abbraccio
RispondiEliminaRiporto una precisazione che Paola Cimarosti ci ha tenuto a fare sulla pagina del gruppo a proposito di questo post e che sono ben felice di condividere. Testualmente: "[...]piccola precisazione.... L'anima sceglie con le sue guide le lezioni e le cose che dovrà sviluppare nella sua incarnazione. Quindi più che di compiti affidati, direi che si tratta di obiettivi studiati ad hoc e concordati anche nelle modalità. Sta poi al mobile Ikea (mi hai fatta morire dal ridere) trovare/ricordare il suo percorso, e qui entrano in gioco anche gli incontri e le coincidenze."
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