Chi mi conosce stenterà a
crederci, ma, alla veneranda età di 34 anni, comincio ad avvertire
un forte desiderio di maternità. Più che una “vocazione”,
direi che la mia sia una una sorta di paura del tempo che scorre e
che, a quanto pare, non aspetta nessuno, tanto meno me!
Le prima
avvisaglie del fatto che qualcosa dentro di me stava cambiando le ho
avvertite nel differente atteggiamento che ho assunto nei confronti
dei bambini: intendiamoci, ancora non riesco a trascorrere con loro
più di dieci/quindici minuti e mi rendo conto che, prendere per la
manina un mocciosetto giusto il tempo di fargli saltare un gradino,
non è proprio la stessa cosa che averlo davanti tutta la giornata e
svegliarsi ogni tre ore per allattarlo, immagine che ancora mi
infonde un forte senso di disagio. Ma, quantomeno, ho cominciato a
familiarizzarci, a sentirmi più vicina a loro e mi sono scoperta a
proiettare l'idea di me, mamma, in un percorso di educazione e
crescita. Crescita mia, s'intende (Quante cose potrei imparare da un
bambino!)! Insomma, diciamo che il mio orologio biologico incalzante
ed il desiderio di trasferire ad un'anima pulita quello che ho
imparato fino ad ora, sperando di evitare gli errori che i miei
genitori hanno commesso con me, sono le due ragioni che più
insistentemente mi spingono a “metter su famiglia”. Sebbene mi
renda conto di avere ancora un'anima da adolescente e sia spaventata
perfino di allevare il mio cane, il fatto che i ragazzini per strada
mi salutino con un ansiogeno “buongiorno, Signora”, mi fa capire
che i tempi sono maturi, almeno esteriormente. La cosa che mi
spaventa più di tutte, però, è il periodo della gravidanza:
aumento di peso, smagliature, senso di affaticamento, caviglie
gonfie, sono tutti i sintomi di cui, una iperattiva come me, farebbe
volentieri a meno, ma, immagino, sia il prezzo da pagare per poter,
successivamente, godere di questa immensa gioia. Che sia reale senso
materno o solo voglia di un cambiamento (che mi sembra quello
cronologicamente più logico), diciamo che stamattina do i numeri e
sono certa che, se Francesco leggesse questo post, mi guarderebbe con
sospetto, inarcando il sopracciglio sinistro. Ad ogni modo, la
curiosità non è reato, così ho pensato di dare uno sguardo ai miei
libri sui rimedi naturali per rendermi conto di quali alimenti siano
consigliati durante la gravidanza. Anche se non servirà a me
nell'immediato, questa ricerca potrebbe essere d'aiuto a molte di
voi in dolce attesa.
Da buona “aspirante
vegetariana”, ho subito cercato di scoprire se una dieta mancante
di carne potesse compromettere la salute del feto ed, a quanto pare,
la medicina convenzionale è assolutamente concorde nel ritenere che
una dieta vegetariana può essere adottata in tutta sicurezza.
Frutta e verdura in quantità, dunque, ma facendo attenzione
ad evitare gli alimenti conservati con sostanze chimiche e quei cibi,
come cipolla, aglio, porro, cavoli ed asparagi, che conferiscono al
latte materno un sapore sgradevole.
Polline e lievito di
birra, invece, costituiscono un valido supporto, poiché
contengono una quantità notevole di vitamine che favoriscono
l'equilibrio ormonale, la produzione di anticorpi e la capacità, in
generale, di lavoro dell'organismo.
Il lievito,
ad esempio, svolge un'azione ricostituente generale: ricco di
proteine e vitamine, specialmente del gruppo B, stimola
l'utilizzazione cellulare del glucosio, favorendo l'azione
dell'insulina ed influendo positivamente sulla flora batterica
intestinale. Allo stesso modo, il polline contiene quasi tutte
le vitamine utili al nostro organismo, sali minerali ed
oligoelementi, dimostrandosi un ottimo complemento alimentare per le
donne in gravidanza e allattamento; inoltre, migliora la risposta
dell'organismo alle infezioni, ha una funzione riequilibrante e
disintossicante; nei bambini stimola la crescita, agendo da
ricostituente e calmante.
Un buon
apporto di vitamine A e P, che potenzia le caratteristiche
della vitamina C, proviene, invece, dal mirtillo,
frutto molto utile per tutti gli organi vascolarizzati: favorisce la
rigenerazione dei rivestimenti interni ed esterni del corpo e
protegge l'integrità delle pareti dei vasi sanguigni, sollecitati
particolarmente dalle modificazioni circolatorie che avvengono
durante la gravidanza. Sfatando un luogo comune, che vede il
prezzemolo come causa di aborto, questo vegetale contiene, in
forma concentrata, vitamine e minerali, spesso carenti
nell'alimentazione quotidiana: un'assunzione moderata non costituisce
pericolo per le donne incinte, ma, piuttosto, un pizzico di
prezzemolo
crudo, aiuta a preservarne la salute ed il benessere.
Esistono,
poi, una serie di alimenti che sono in grado di apportare una
quantità di ferro necessario al periodo della gestazione,
come il radicchio e tutte le verdure a foglia verde; i cereali
integrali, in particolare, segale e avena, che facilita il corretto
mantenimento del peso corporeo, abbassa il colesterolo e riduce il
rischio di ipertensione; e, ancora, i legumi, l'uovo, le mandorle ed
i funghi secchi.
Per quanto
riguarda, infine, l'apporto di calcio, il fabbisogno in
gravidanza è di circa 1200 mg, da ricavare dagli alimenti consumati
quotidianamente e serve, principalmente, per la costruzione dello
scheletro del feto. In realtà, la nostra dieta quotidiana,
normalmente, non è affatto povera di calcio, quanto, piuttosto,
mostra difficoltà nell'assorbimento dello stesso. Per sopperire a
questa eventuale carenza di calcio è necessario stimolare
l'attività epatica, la produzione di vitamina D, l'acido
fitico – mangiando, ad esempio, pane integrale lievitato
naturalmente – mantenere un giusto equilibrio tra calcio e
fosforo, riducendo l'apporto di carne. Gli alimenti che
contengono una buona quantità di calcio sono: latte e
derivati, tofu, alghe - ottime sostitute di carne e latticini –
mandorle - ricche di calcio e fosforo, possono essere considerate
quasi una “bistecca vegetale” - fichi secchi e cavoli. Insomma,
preso atto della scadente qualità dell'alimentazione odierna e
dell'ambiente circostante, si rende quantomai necessario integrare la
propria dieta alimentare con prodotti ricchi di elementi vitali:
nessuna miracolistica integrazione, dunque, ma una “riqualificazione”
che consenta di trarre il massimo beneficio da alimenti di per sé
ottimi.
Insomma, la
teoria l'ho imparata, peccato che non basti mangiare correttamente
per diventare anche una brava madre...
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