Michelangelo Melchionna - Maestro di Yoga |
La
parola “Yoga” deriva dal sanscrito e, nella sua accezione
originaria, indicava una serie di pratiche ascetiche e meditative. Si
tratta di un'antica disciplina delle Scuole iniziatiche del Tibet e
dell'India, ormai molto diffusa in Occidente, benché, in alcuni
casi, abbia perso la sua accezione spirituale per diventare,
piuttosto, una sorta di ginnastica esotica alternativa. Lo yoga si
basa essenzialmente su “asana”, ossia posture e “pranayama”,
tecniche di respirazione, attraverso le quali il
praticante purifica il corpo e la mente. Si stima che chi pratica
yoga, assorba il 25% di ossigeno in più di chi respira normalmente e
che tale disciplina costituisca un utile supporto nella cura di molte
patologie, come infiammazioni, diabete, dolori alla schiena e
malattie cardiovascolari. Per approfondire l'argomento, abbiamo
intervistato Michelangelo Melchionna, il quale, dopo essersi formato
presso vari Maestri in Italia ed in India, collabora dal 1999 con il
“Centro Studi Yoga Sau”.
Michelangelo,
è vero che esistono differenti tipi di yoga?
“Direi
infiniti, per ogni persona esiste uno yoga differente, e ogni giorno
ne nascono di nuovi. Enunciarli tutti significherebbe scrivere un
trattato, e sicuramente ne dimenticherei qualcuno. Quindi, passo alla
prossima”.
Quando
hai deciso di avvicinarti allo Yoga?
“Circa
13 anni fa: un giorno di novembre aprii la porta di un centro di
yoga, per fare una prova, ma non immaginavo che da quel momento non
avrei più smesso di farlo, né che lo avrei mai insegnato. Pensavo
che sarebbe stato il mio ennesimo vano tentativo di trovare
“Qualcosa” che desse più senso alla vita che stavo vivendo. Era
ormai tempo che non avevo più gusto nel vivere la mia vita. A
venticinque anni, avevo
già provato di tutto, con frenesia e velocità, come spesso oggi
fanno i giovani. Avevo viaggiato, avevo avuto esperienze con donne
più grandi, più piccole, avevo bevuto fino a non riconoscermi più,
ma non riuscivo ancora a trovare la giusta direzione. Avevo cercato
riparo nella scienza, nella psicologia, negli amici, nei parenti,
nelle pseudo-sette, ma ancora niente. Solo quel giorno di tredici
anni fa , che ricordo con incredibile lucidità, sono entrato per
fare una prova di yoga, ancora con i miei jeans stretti e la camicia.
Solo
quel giorno che mi sono sdraiato a respirare e rilassarmi, mi sono
sentito, finalmente, il nuovo e vero Michelangelo. Da quel giorno non
ho più smesso… e oggi sono qui”.
Tu
che tipo di yoga insegni?
“La
domanda
è un po’ particolare e di non facile risposta. Prima di tutto,
“in-segnare” significa letteralmente “lasciare un segno
dentro”. Ciò che io posso in-segnare e solo ciò che ho io dentro,
vale a dire che posso trasmettere all’altro solo ciò che io stesso
ho sperimentato. Quindi direi che insegno lo “Yoga di
Michelangelo”. I grandi saggi indiani sostengono che esiste una
yoga per ogni essere, quindi io sono testimone della mia esperienza.
Per questo lo yoga è essenzialmente un fare, uno sperimentare.
A
livello accademico, invece, ti rispondo che insegno Raja Yoga, o Yoga
Reale. Il Raja è lo yoga costituito dai vari step codificati da
Patanjali in “Yogasutra”. Il Raja utilizza tutte le possibili
tecniche, anche al di fuori dell’insegnamento induista, per
raggiungere lo scopo. In esso confluiscono varie esperienze, dal
buddismo tibetano, al tantrismo, allo zen, alla cultura cristiana.
Allo Yogi che persegue tale via nulla è precluso, ma tutto può
essere utile ad affinare la sua tecnica e a completare la sua
conoscenza. Patanjali, nei suoi scritti unici e primi del genere,
codifica chiaramente le tecniche e i passi da fare per raggiungere la
piena consapevolezza del sé. Il Raja da me praticato non è una
pedissequa copia di questo, ma è una sintesi nel senso che posso
partire anche dal quinto passo di Patanjali per passare al secondo e
così via… per poi integrarlo con della conoscenza del buddismo, o
che so, del tantrismo. Niente è stabilito. Come la nostra vita,
no?”.
Che
differenza c'è tra lo yoga e la meditazione?
“La
meditazione è una tecnica: medi-azione, cioè azione del mezzo, cioè
azione del cuore. Lo yoga utilizza la meditazione, come altre
tecniche, ma il suo scopo è molto più grande. Lo yoga che significa
letteralmente “unione” cerca di mettere in connessione e unire
la parte fisica, emotiva e spirituale”.
Quali
sono i benefici dello yoga?
“Salute
del corpo, calma e serenità della mente. Se prendo un semplice
manuale di yoga, per esempio Iyengar, o Gabriella Cella, leggerò che
tutti i problemi psico-somatici possono essere curati con lo yoga.
Per lo yoga ogni malattia, come oggi concordano molti medici, sono di
origine psico-somatica. Quindi lo yoga cerca di intervenire sul corpo
per curare la mente con le asana (posture) e con i pranayama
(respirazioni controllate), interviene con la meditazione sulla mente
direttamente. Ma lo yoga è tanto altro…”.
Quanto
è importante la respirazione durante gli esercizi?
“Fondamentale!
Solo respirando l’asana funziona. Lo scopo della postura è di
purificare e di nutrire una parte determinata del corpo, sia essa un
muscolo, un organo, o una ghiandola. Premesso che la posizione e il
modo di farla cambia a seconda se decido di intervenire , su un
muscolo, su un organo o su una ghiandola, il respiro porta ossigeno
al sangue che a sua volta, tramite la postura, provvederà a
distribuire a quella parte del corpo su cui sto lavorando. Senza la
respirazione il valore della asana, per me, è nullo. Lo scopo dello
Hata -Yoga e delle posture e quello di apportare ossigeno,
costituente necessario delle cellule, a determinate parti del corpo;
ma se non respiro che ossigeno apporto?! Che scambio tra anidride
carbonica e ossigeno si può attuare, se non respiro?”.
Quale
sarebbe il modo corretto di respirare?
“Un
bicchiere se è pieno non può essere riempito ancora: prima bisogna
svuotarsi di aria e poi riempirsi di nuova aria. Quindi tra le due
fasi, inspirazione ed espirazione, la seconda è la più importante.
Il respiro dovrebbe essere il più lungo possibile, senza esagerare,
e profondo. La respirazione dovrebbe essere quella Yogica: cioè
addominale, toracica e diaframmatica, senza interruzioni tra le tre
fasi. Lo yoga prevede fasi anche di ritenzione o Kumbhaka, ma queste
sono tecniche che si utilizzano solo dopo anni di esperienza”.
Quanto
è importante il rapporto che si instaura tra Maestro e allievo?
Il
Maestro rappresenta per l’allievo il punto di riferimento, fino a
quando l’allievo non diventa a sua volta Maestro. Io penso che
ognuno può essere maestro (solo?) per la propria vita e può essere
punto di svolta, di aiuto, di specchio per un altro. Altra cosa sono
i grandi Guru, Maestri riconosciuti universalmente. Ma il maestro, o
meglio direi l’insegnate, è una figura di riferimento che ti porta
per mano fino a un certo punto, fino a quando non trovi un altro
maestro che ti porta più avanti e così via… Fino a quando non sei
capace di stare in piedi da solo, allora diventi Tu il maestro. Ma
rimarrai sempre grato ai tuoi insegnati e all’inizio della lezione
spenderai un attimo per ricordarli, per richiamarli dentro di te, e
ringraziarli di tutto ciò che ancora ti danno”.
Lo
Yoga può agevolare anche una “crescita spirituale”?
“Certamente!
Ti fa scoprire e prendere contatto con qualcosa che hai difficoltà a
descrivere con le parole…”.
A
chi è adatto lo yoga?
“A
tutti. Dai quattro anni fino ai centodieci e più, è possibile fare
yoga”.
Ci
sono particolari situazioni in cui è sconsigliato?
“Determinate
patologie hanno bisogno di alcuni accorgimenti, come per i
cardiopatici, i diabetici o chi soffre di asma; ma tutti possono
praticare, ripeto, con i giusti consigli di un insegnante esperto”.
Quanto
influisce l'ambiente in cui si svolge la lezione?
“Può
influire se non ho esperienza: allora i colori, i suoni, gli odori
possono aiutarmi, Se ho un minimo di esperienza imparo a essere nello
yoga in qualsiasi istante e in qualsiasi luogo: in fila al
supermercato, in metrò, guardando la televisione”.
Oltre
ad essere una “disciplina”, lo yoga può essere considerato anche
uno “stile di vita”?
“Certamente. Lo Yoga consiglia moderazione in tutto: Lo Yoga non è
per chi mangia troppo , né per chi mangia troppo poco, non per chi
dorme troppo , né per chi non dorme (cit. Banghagita). Alcuni tipi
di yoga consigliano o prescrivono determinati atteggiamenti, tipo non
mangiare carne. Lo yoga da me proposto cerca una mediazione, o una
unione come la trama e un ordito in un tessuto, tra il vecchio modo
di vivere e il nuovo modello. Non sono ben accetti gli estremismi”.
Che
nesso c'è tra yoga ed energia? E'
vero che, durante le lezioni, bisognerebbe tenere lontano qualunque
oggetto elettromagnetico, come, ad esempio, i cellulari?
“Lo
Yoga insegna a utilizzare nel giusto modo la propria energia. Insegna
ad economizzare. Insegna ad acquisirne di nuova. Noi
siamo esseri elettromagnetici, quindi, oggetti come i cellulari
emettono onde che possono influire sul nostro elettromagnetismo. Ma
disturbano anche tanto le lezioni, quindi, meglio tenerli spenti!”.
Cosa
si intende con l'espressione “essere presenti qui ed ora”, spesso
utilizzata
durante le lezioni?
Domanda
interessante: spesso noi siamo
distanti da quello che stiamo vivendo, dalla vita presente nel suo
svolgersi, spesso pensiamo a quello che dobbiamo fare dopo, a chi
dobbiamo incontrare, agli impegni che abbiamo. Nel frattempo che noi
siamo impegnati nelle nostre elucubrazioni mentali, la vita svolge il
suo corso e capita che la direzione che prende è l’unica che non
avevamo pensato. Cosa fare ? Non
programmiamo? Dobbiamo essere superficiali? Niente di tutto questo.
Possiamo programmare e stabilire la direzione verso cui dirigerci, ma
essere presenti e consapevoli che la vita può prendere una piega che
non ci aspettavamo. Solo se sono “qui ed ora”, cioè sono
completamente presente con corpo, anime e mente, posso avere
l’elasticità di rispondere al tipo di piega che la vita prende; se
rimango rigido e voglio che la vita si pieghi all'aspettativa
che io avevo stabilito, allora difficilmente andrò avanti, e
probabilmente resterò fermo al punto di partenza, piangendomi
addosso sul fatto che vita ha mostrato una faccia che io non mi
aspettavo.
Altre
volte invece siamo fermi nel passato, compiangendoci del fatto che
potevamo comportarci diversamente, ad esempio un investimento
sbagliato, una scelta relazionare sbagliata. Ebbene mentre siamo
occupati a pensare di rimediare o di eliminare l’azione fatta nel
passato, la vita continua a svolgersi, e noi?! Siamo ancora impegnati
a pensare all’errore commesso. Significativo è chi davanti alla
fermata dell’autobus si dispera perché per un attimo ha perso
l’autobus che lo portava a casa, non accorgendosi che,
sopraggiungeva un nuovo autobus, il bis, ma il tipo era troppo
impegnato e arrabbiato con tutto il mondo per accorgersi di ciò che
stava succedendo. Non era presente, non era nel “qui e ora””.
Perché
al termine di
una lezione di Yoga si
pratica il rilassamento?
“Il
rilassamento può essere fatto
anche prima, anche da solo o non fatto proprio. Anche il Nidra yoga o
rilassamento è una tecnica, quindi sta alla capacità del praticante
utilizzarla”.
Per
finire, cosa consiglieresti a chi decide di avvicinarsi per la prima
volta allo yoga?
“Di
farlo con curiosità e passione”.
In
che modo ci si saluta in questi casi?
“Namastè...”.
Ciao Fra!Il tuo blog mi piace moltissimo!E' interessante e ricco di informazioni!Complimenti :)T seguo!
RispondiEliminaSono contanta che lo trovi interessante. Grazie per il follow, che ho già ricambiato con piacere! Buona giornata!
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