La mia faccia |
Un paio di settimane fa,
fui sorpresa da una fastidiosa orticaria che mi ha
letteralmente devastato il volto. In realtà, più che avermi
attaccata alle spalle, la mia amica ha cominciato a manifestarsi con
poche bollicine rosse sulla fronte. Ma io, noncurante, ho fatto finta
di non accorgermene, credendo si trattasse di un banale (nemmeno
troppo) sfogo premestruale. Diciamo che l'allarme è scattato solo
quando mi sono svegliata in piena notte con il viso gonfio e
pruriginoso e l'immagine raccapricciante riflessa dallo specchio,
mi ha convinta che fosse arrivato il momento di consultare un medico.
Sia chiaro, non si trattava (solo) di una vanità estetica, quanto
proprio della paura che quell'allergia potesse indicare qualcosa di
più serio. Dopo un'inutile attesa al pronto soccorso, per una visita
di cinque minuti, durante la quale un medico generico mi ha
prescritto una cura senza nemmeno guardarmi in faccia, decido di
consultare un allergologo che, per farla breve, mi prescrive
una terapia a base di antistaminici ed una serie
di prove
allergiche. Nell'immediato, i farmaci hanno fatto effetto, con
mio grande conforto. Tuttavia, il risultato dei test è stato
deludente: mi hanno prelevato sangue a sufficienza per farci una
trasfusione; ho dovuto sopportare circa 30 cerotti appiccicati sulla
schiena con uno scotch più adesivo del saratoga ed un annesso
strappo disumano che mi ha lasciato piccoli ematomi sulla pelle. Ed
il responso è stato un NIENTE! O, meglio, ha confermato le allergie
primaverili di cui già ero a conoscenza. Bene, a questo punto,
mi viene prescritta una sostanziosa cura a base di antistaminici,
cortisonici, creme, spray, inalatori e colliri, che io provvedo
subito a sostituire con delle più salutari gocce di erboristeria.
Mi viene proposto anche di fare un vaccino, che dura tre anni
(dico TRE), che non ha un'efficacia garantita, se non nell'80% dei
casi, e che, comunque, nella migliore delle ipotesi, risolverà la
mia rinite allergica, ma nient'altro. Mi sento confusa: ma non
ero entrata in quello studio per la mia dermatite allergica?
Che mi frega se ogni tanto mi lacrimano gli occhi o mi solletica il
naso?! Vorrà dire che, in quel caso, farò una scorta di
fazzolettini e pace! Come se non bastasse, dopo due settimane, quando
sembrava che ormai la situazione fosse ritornata alla normalità, ho
una sorta di “ricaduta”: la mia pelle stava tentando di
attirare la mia attenzione per farmi capire che non avevo affrontato
il problema nella maniera corretta. Insomma, a conti fatti, per
quanto sia certa della professionalità di questo allergologo, che
non voglio assolutamente screditare, mi rendo anche conto che, in
fatto di allergie e problemi della pelle, la medicina
tradizionale è ancora in alto mare. Per cui, anziché fare da cavia
inconsapevole per farmaci sperimentali e di dubbio esito, preferisco
ascoltare il mio corpo e cercare di capire cosa stia tentando di
dirmi.
PRESUPPOSTO
Sono
fermamente convinta della teoria secondo la quale ogni malattia
abbia un'origine psicologica, o, se la vogliamo dire con i
termini che preferisco, derivi da un disturbo dell'anima. Come
sostengono naturopati, consulenti olistici ed alcuni medici,
la malattia è la proiezione sul nostro corpo o nell'organismo di
disturbi “interiori” dovuti a disequilibri emozionali o scompensi
energetici. Per cui, ogni malattia, ha anche un'origine metafisica,
ossia è legata a doppio filo al nostro stato d'animo, alle nostre
inclinazioni caratteriali ed al nostro atteggiamento nei confronti di
persone e situazioni.
RIFLESSIONI
Dato per
assunto questo, mi rendo conto che l'unico modo che ho a disposizione
per tentare di debellare la “malattia”, sia quella di
“ascoltarla” e cercare di comprendere quale sia il meccanismo
interiore che ne provoca l'insorgenza. Solo allora i farmaci
(allopatici o naturali) potranno svolgere più efficacemente il loro
effetto. Sarebbe un'inutile perdita di tempo, invece, cercare un
palliativo che mi suggerisca una momentanea soluzione, nell'attesa
che il problema si ripresenti. Un'obiezione a questa argomentazione
potrebbe essere quella di ritenere che, nello specifico, a provocarmi
la reazione allergica sia stato un cosmetico piuttosto che un sapone.
Siamo d'accordo, ma, dal momento che, di norma, utilizzo sempre gli
stessi prodotti, perché mi hanno fatto allergia proprio in quel
particolare momento e non prima? L'unico modo per capirlo è, ancora
una volta, analizzare quello che mi è successo.
ANALISI
ALLERGIA:
i Naturopati o, più in generale, chi si occupa di medicina
alternativa o complementare, sostengono che esprima il rifiuto verso
persone e situazioni che si ha l'impressione di subire.
E questa
interpretazione direi che mi si adatta piuttosto bene, dal momento
che ho uno spirito abbastanza libero e non sopporto le costrizioni o
chi cerchi di impormi le proprie convinzioni ed i propri modi di fare
come se fossero verità assolute ed accettabili per tutti. Aggiungo
che non tollero chi cerca di impormi la propria presenza ad ogni
costo o chi tenti di condizionare le mie scelte o il mio
comportamento oltre i limiti della mia umana tolleranza. Chiaramente,
come per tutti i disagi, la prima ricerca da fare è nell'ambito
familiare. Io non ho dovuto nemmeno impegnarmi troppo, mi è bastato
fare una “ripassatina” per tenere a mente in maniera più
incisiva gli elementi di “disturbo” della mia armonia emotiva.
PELLE:
potremmo definire la pelle un involucro, la parte di noi che ci
consente di entrare in contatto con il resto del mondo.
Un'alterazione del suo equilibrio potrebbe voler sottolineare la
necessità di mettere dei paletti, di prendere più distanza dagli
altri o da alcune situazioni. Una sorta di “corazza sulla corazza”,
per difenderci da contesti o condizioni che ci fanno soffrire o nei
confronti delle quali, dovremmo pensare di cambiare atteggiamento.
VISO:
è l'elemento che, prima degli altri (di solito), ci presenta alle
persone. L'aspetto del viso può suscitare in chi ci sta difronte
reazioni contrastanti: un viso di bell'aspetto, di sicuro farà si
che chi ci guarda sia attratto da noi, al contrario, un'immagine
spiacevole, l'allontanerà. Potrei dire che il mio viso ha voluto
lanciare una sfida, prima di tutto a me: “riuscirai ancora a
nutrire fiducia in te stessa, anche con un aspetto poco gradevole?”.
In effetti, quell'orticaria evidente mi è risultata abbastanza
imbarazzante ed il fatto di non poterla mascherare con il trucco, mi
ha procurato un notevole disagio. La seconda sfida, invece, era verso
chi mi stava accanto: “se fossi bruttina, mi vorresti bene lo
stesso?”. In realtà, una delle mie insicurezze, dipende
proprio dalla paura che le persone possano fermarsi alla piacevolezza
del mio aspetto fisico, senza andare oltre, per cui diventa
insistente il pensiero che, di fronte ad una persona più bella di
me, l'attenzione degli altri possa spostarsi e che il loro interesse
nei miei confronti possa venire meno.
BOCCA:
il fatto che questa orticaria si sia estesa anche le labbra sotto
forma di una specie di bruciatura da freddo che me le ha
completamente spaccate, impedendomi di muovere la bocca più dello
stretto necessario, mi fa pensare a due suggerimenti. Primo,
ultimamente ho parlato troppe volte a sproposito, quindi farei meglio
a stare zitta per un po'. Secondo, devo tornare a sorridere: adesso
che non posso farlo, perché mi procurerebbe dolore, ne avverto la
mancanza.
PRURITO:
il messaggio simbolico inviato dall'organismo è quello di allarme,
di una situazione che non è più sostenibile: “giacché non
recepisci il messaggio “visivo”, rendo la mia presenza così
insopportabile da dover attirare necessariamente la tua attenzione”.
Per quanto mi riguarda, invece, esteriormente, mi sfrego il viso fino
a farmi uscire il sangue; interiormente, è come se volessi
strapparmi di dosso l'elemento che mi procura fastidio, a costo di
farmi del male. Ma anche il mio è un modo per attirare l'attenzione:
grattandomi, ti faccio notare che sto soffrendo, così non puoi
negarmi il tuo aiuto (di cui ho bisogno).
SQUILIBRI
A questo punto,
mi risulta abbastanza evidente che le disarmonie da riequilibrare
siano:
Intolleranza:
accettare le diversità di chi mi circonda e cambiare il mio modo di
“sentirle”. Imparare ad avere maggiore comprensione e cambiare
tipo di approccio.
Mancanza di
coraggio: non lasciarmi scoraggiare dalle condizioni e dagli
accadimenti esterni, ma trarre insegnamento dalle situazioni
difficili e cercare di volgerle ed utilizzarle a mio favore.
Insicurezza:
acquisire maggiore fiducia nelle mie capacità e mettermi alla prova
ogni tanto. Valutare i gesti degli altri e non essere prevenuta e
diffidente.
Richiesta di
attenzioni: che poi fa parte dell'insicurezza; quindi dovrei
riuscire a contare di più su me stessa senza ricercare continuamente
consenso negli altri.
Intemperanza:
alla luce degli ultimi eventi, direi che dovrei riuscire a
controllare e modulare di più le mie reazioni.
Insomma, io
la mia allergia l'ho intesa così; non so se la mia analisi è
corretta, di sicuro, però, l'unico modo per risolvere un problema è
prima di tutto lavorare su me stessa.
Sarà
dura...
da andrewdb77
RispondiEliminaConcordo con la tua analisi. Giusto oggi su FB in un post sui farmaci ho sottolineato il fatto che tutte le nostre malattie partono dal cervello, che è la nostra "sala comandi" e coordina tutto il resto del corpo.
Non c'è cosa più giusta che ascoltare il proprio corpo secondo me. Lavorando sui nostri pensieri lavoriamo automaticamente su tutto il corpo, risolvendo soprattutto i problemi alla radice (e non, come fanno i farmaci, mascherando solamente i sintomi... per questo poi ci ammaliamo di nuovo).
Nel mio piccolo sono 2 anni che faccio yoga e 2 anni che non mi ammalo... speriamo bene :)
Sat Nam Francesca, è un bellissimo post :)
Grazie Andre! Mi auguro che la mia autoanalisi sia corretta; ad ogni modo, mi rendo conto che quelli che che ho analizzato sono punti critici del mio carattere, dei quali risento maggiormente in questo periodo di grandi cambiamenti ed energie negative. Spero di riuscire a lavorare su me stessa per risolverli.
RispondiEliminaUn abbraccio di luce
..CIAO FRANCESCA, in ritardo erchè ormai sei guarita ma la cura te l'ha data la Uppina?..
RispondiEliminaper tutto il resto, tu hai solo energie positive e te lo dico non per adularti ma perchè è così. PUNTO !...ciao..e continuo a leggere le altre cose...
Ciao fabry! No, in realtà me l'ha data l'allergologo, ma io, come hai letto, ho provveduto a sostituirla con dei rimedi naturali. Uppina mi ha dato altri utili consigli. Per il resto...speriamo che le mie "energie positive" facciano effetto!
RispondiEliminaUn abbraccio e grazie per il tuo sostegno quotidiano! :)