Qualche
giorno fa mi è stato segnalato da alcune amiche un interessante
articolo che annunciava una nuova scoperta della scienza: la
meditazione sarebbe più efficace di un analgesico nel ridurre
la sensazione di dolore. Non credevo ai miei occhi! Finalmente anche
la medicina allopatica comincia a prendere in considerazione i rimedi
alternativi come ulteriori possibilità di guarigione e, meraviglia
delle meraviglie, attraverso i mezzi che ha a disposizione, riesce a
darne anche una spiegazione scientifica.
Nello specifico, l'articolo
riguardava un test effettuato da alcuni ricercatori statunitensi su
un campione di quindici persone, novizie della meditazione zen.
Le “cavie” in questione, sono state sottoposte ad un corso full
immersion di meditazione, di circa venti minuti a lezione,
mentre i “cervelloni” applicavano dei sensori sotto le loro gambe
in grado di emettere calore dolorifico ed, attraverso l'uso di
speciali apparecchiature, testavano la tollerabilità al dolore
monitorando il flusso sanguigno. Per farvela breve, alla fine del
test il risultato è stato che la meditazione riesce a ridurre
del 40% la sensazione di dolore, mentre i normali farmaci
antidolorifici, solo del 25%. Insomma, mi sembra una scoperta
piuttosto confortante, se non altro perché apre uno spiraglio
ulteriore alla cura della mia cefalea muscolo-tensiva. In
realtà, inconsciamente, avevo già praticato la meditazione
come “terapia” per il dolore: quando sento che sta per scoppiarmi
uno dei miei mal di testa che “non perdonano”, di quelli che
quattro mesulid formato bomba non riescono a debellare, ma attenuano
soltanto un pochino, giusto per evitarmi di cominciare a dare testate
contro il muro dalla disperazione, mi abbandono ad un sano quarto
d'ora di meditazione. Ma, fino a questo momento, l'avevo
“utilizzata” più che altro come tecnica di rilassamento, per
cercare di decontrarre, quanto meno, i muscoli delle spalle, che
generano le mie insopportabili cefalee e scaricare un po' di stress
accumulato. Adesso che so che la meditazione, come terapia
antidolorifica, è approvata scientificamente, è venuta meno anche
l'ultima remora. Nessun effetto placebo o palliativo, dunque: a chi,
da oggi in poi, mi obietterà che mi lascio condizionare, risponderò
sventolandogli davanti al naso l'articolo del Journal of
Neuroscience!
A
questo punto non mi resta che condividere questa gioia, dandovi
qualche indicazione, qualora decidiate di sperimentare su voi stessi
questo nuovo e potente analgesico. Prima di tutto è bene che
scegliate un luogo confortevole e
silenzioso, così che siate sicuri di
non essere distratti. Per aiutare le concentrazione può esservi
utile abbassare le luci ed accendere un
incenso al sandalo, per poter ricreare
un ambiente rilassante. Assumete una posizione
comoda che può essere quella classica
del “loto”, ossia seduti a gambe incrociate, oppure in ginocchio
poggiati sui talloni. Per i più pigri è possibile anche rimanere
seduti su una sedia, purché teniate le gambe parallele ed i piedi
poggiati a terra, evitando, invece, di poggiarvi allo schienale. E
indispensabile che indossiate indumenti
comodi ed in fibra naturale, niente che
vi stringa sul bacino, che togliate le
scarpe e qualunque altro accessorio che
vi faccia sentire “costretti” e impedisca al sangue di fluire
liberamente. Una volta messi a punto questi accorgimenti, non vi
resta che chiudere gli occhi e concentrarvi
sul respiro. Quest'ultimo deve essere
profondo ed avere un ritmo regolare, ma state attenti a non
“forzarlo”, la respirazione deve avvenire in maniera naturale. A
questo punto rilassate i muscoli del
corpo e provare a svuotare la mente:
almeno inizialmente potrebbe esservi utile focalizzare un'immagine e
concentrarvi su di essa, poiché non è facile sgomberare
completamente la mente dai pensieri. Ad ogni modo, qualora dovessero
intervenire pensieri a disturbare il vostro stato di rilassamento o
la mente dovesse cominciare a divagare (cosa che capita di
frequente), non vi innervosite, né tentate di scacciar via i
pensieri in malo modo, è normale che avvenga all'inizio. Tentate
piuttosto di osservare le immagini che scorrono come se foste
spettatori estranei ed aspettate che fluiscano da sole,
concentrandovi piano piano di nuovo sul respiro.
Meditare
richiede grande pazienza ed allenamento: all'inizio vi sembrerà di
non riuscire ad ottenere alcun tipo di risultato, ma non demordete!
Come per ogni cosa è solo una questione di abitudine, vedrete che,
reiterando gli esercizi, con il tempo riuscirete a raggiungere uno
stato di rilassamento profondo con maggiore facilità.
Insomma,
bastano quindici minuti al giorno per consentire al nostro organismo
di riposarsi come si deve e per riuscire, finalmente, a ridurre l'uso
di insalubri medicinali. Per dirla in parole povere: Meditazione
batte Aulin 1 a 0!
andrewdb77
RispondiEliminaConcordo in pieno con l'atricolo, se posso vorrei condividere la mia esperienza personale di qualche giorno fa :)
Stavo lavando i piatti e avevo fatto un lago d'acqua per terra (al mio solito)... ad un certo punto sono scivolato e ho battuto lo stinco destro contro lo spigolo vivo della cucina. Un dolore atroce, ero con i pantaloncini corti e lo spigolo si era quasi conficcato nell'osso.
Inizio ad urlare, e dopo qualche secondo di disperazione tento una strada alternativa per alleviare il dolore.
Inizio a "sganciare" la mente dal corpo mediante la meditazione, ma il dolore è molto forte e non ci riesco.
Insisto ancora e dopo un po' inizio a percepirne i benefici. Sento pochissimo dolore e la mente è serena. Sono riuscito a sganciare parzialmente i sensi, sento pochissimo dolore, quasi non ci credo!!!
Dato che mi piace sperimentare faccio l'opposto e smetto di meditare, mi rifocalizzo sul corpo e sulla gamba. Il dolore torna molto forte, "rientro" appieno nel corpo e sento nuovamente un dolore fortissimo ala gamba.
Riprendo quindi a meditare e dopo un po' (stavolta ci è voluta molta pazienza) riesco nuovamente a "sganciarmi" per qualche minuto... il dolore si riduce nuovamente della metà :)
Che dire... penso che il nostro corpo abbia moltissime potenzialità, e il primo passo consiste nel renderense conto :)
Un abbraccio di Luce Francesca :)
Sat Nam
Andrea
Molto bella la tua testimonianza, Andrea! Io, come ho scritto nel post, di solito medito quando ho mal di testa e devo dire che funziona. Ultimamente sorprendo anche il mio fidanzato (scettico all'ennesima potenza)abbandonarsi alla respirazione profonda quando è molto stressato o ha l'emicrania. Che uno ci creda o no, i benefici si avvertono!
RispondiEliminaUn abbraccio di luce a te!