"Praticare la
meditazione significa prenderci cura delle nostre sensazioni, dei
nostri sentimenti. Ci sono sensazioni piacevoli che possono essere
nutrienti e risanatrici; se quella sensazione, invece, non è
nutriente e risanatrice, in seguito provocherà sofferenza: devo
esserne consapevole. La pratica di essere consapevole consiste in
questo: non cercare di aggrapparci né di respingere la sensazione,
ma solo riconoscere ciò che è. La nostra paura, la nostra
preoccupazione, la nostra rabbia non dovrebbero essere considerate
come nemiche, dunque, ma come un fratello minore di cui
prendersi cura. Imparare a sostenere la nostra sofferenza e osservarne a fondo la natura per scoprirne le radici è un compito molto nobile ed importante. Il Buddha ha parlato delle Quattro Nobili Verità sofferenza; i mezzi ed i metodi per raggiungere la liberazione dalla sofferenza.: la presa d'atto che c'è sofferenza; la comprensione delle cause della sofferenza; la possibilità di liberazione dalla sofferenza. In quanto alla Seconda nobile verità, il Buddha ha citato quattro tipi di “nutrimenti” che possono portarci un bel po' di sofferenza.
prendersi cura. Imparare a sostenere la nostra sofferenza e osservarne a fondo la natura per scoprirne le radici è un compito molto nobile ed importante. Il Buddha ha parlato delle Quattro Nobili Verità sofferenza; i mezzi ed i metodi per raggiungere la liberazione dalla sofferenza.: la presa d'atto che c'è sofferenza; la comprensione delle cause della sofferenza; la possibilità di liberazione dalla sofferenza. In quanto alla Seconda nobile verità, il Buddha ha citato quattro tipi di “nutrimenti” che possono portarci un bel po' di sofferenza.
La prima
fonte è il cibo commestibile: il
cibo che introduciamo nel corpo attraverso la bocca è all'origine di
svariate malattie; molti di noi si ammalano o stanno male perché non
mangiano in consapevolezza, non osservano a fondo i propri consumi
alimentari.
La
seconda fonte di nutrimento sono le impressioni sensoriali:
in questo caso i consumi passano attraverso gli occhi, le orecchie,
il naso, il corpo e la mente. I nostri oggetti di consumo possono
contenere molti veleni come violenza, paura, rabbia, avidità: se
ogni giorno consumiamo una gran quantità di stimoli o prodotti
tossici sotto forma di impressioni sensoriali, finiremo per
ammalarci.
A
volte anche una conversazione può essere molto tossica: la storia
che l'altro ci racconta può contenere una quantità di rabbia,
violenza, disperazione e noi ingeriamo una quantità di veleni
assecondandola.
La
terza fonte di nutrimento è la volizione o intenzione:
se il desiderio più profondo della propria vita è di aiutare le
persone, alleviare la sofferenza, proteggere l'ambiente, quel tipo di
intenzione è una sorta di nutrimento che può dare salute e gioia.
Se, invece, il nostro desiderio più profondo è di rincorrere la
fama, le cose materiali, la vendetta o la ritorsione, quel desiderio
porterà una quantità di sofferenza.
La
quarta fonte di nutrimento è la coscienza:
la nostra coscienza individuale è fatta di coscienza collettiva. Se
siete circondati da persone piene di compassione, gentilezza, di
gioia e avete l'opportunità di vivere con loro a lungo, un giorno
anche voi sarete più compassionevoli, più gioiosi, più felici.
Così è importantissimo trovare un ambiente che sia salutare per
noi.
Il
Buddha ha detto: “Se sai osservare a fondo tutto ciò che è venuto
in essere, in particolare, il tuo malessere e sai identificare la
fonte di nutrimento che l'ha alimentato, sei già sul sentiero della
guarigione e della trasformazione.”
La
via d'uscita da questa situazione, dunque, è il consumo
consapevole; tutti noi dovremmo
conoscere questo insegnamento per mettere fine alla sofferenza.”
(Tratto
da “Quando bevi il tè stai bevendo nuvole” di Thich Nhat Hanh)
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