“Inizia
il match che vede l'esordiente Francesco opposto alla ben più
esperta Francesca nella categoria pesi medi. Francesco parte bene
senza mostrare alcun timore, ma la sua avversaria lo contrasta
degnamente e lo attacca senza risparmiarsi. Nonostante ciò,
Francesco, molto solido caratterialmente, attende il momento per
piazzare buoni colpi, ma è Francesca che stabilisce il ritmo
dell'incontro, riuscendo a trovare la strada per mettere
l'antagonista sotto pressione. Un confronto non facile considerato il
valore di entrambi, seppur nel diverso modo di interpretare la
situazione. Francesco, con non poche difficoltà, riesce ad
inquadrare il bersaglio e a contenere l'azione dell'avversaria, ma il
verdetto va a Francesca che dimostra maggiore padronanza
dell'argomento ed una più acuta persuasione!”
Al
di là delle apparenze, quello che vi ho appena raccontato è, più o
meno, quanto accadeva fino a qualche mese fa tra me ed il mio
fidanzato, ogni volta che avevamo una “discussione”. Vi ho
risparmiato l'immagine di Renè che abbassa le orecchie e si nasconde
in camera da letto e del vicino che si affaccia al balcone
incuriosito dalle urla, perché la rappresentazione dell'incontro di
boxe mi sembrava già abbastanza esplicativa. E questo è quanto
accade la maggior parte delle volte durante
la maggior parte dei litigi
che avvengono in una coppia. La stanza diventa un ring, ma senza un
arbitro che ammonisce i colpi sotto la cintola e senza un reale
vincitore: perché urlare all'altro quello che non ci piace di lui,
fare di tutto per colpirlo subdolamente nei suoi punti deboli, dirgli
le più infime cattiverie, non ci farà sentire meglio, lascerà
soltanto aperte nel tempo nuove ferite per entrambi. Un paio di post
fa, abbiamo parlato dell'importanza della comunicazione tra partner e
dei problemi relativi all'”errata
percezione”;
oggi proverò a spiegarvi qualche semplice esercizio che possa
aiutarvi a ristabilire l'armonia con il vostro compagno. Prima di
tutto, abbiamo già accennato all'”ascolto
profondo”,
ma, chiariamo il punto: “ascoltare profondamente” significa
essere presenti,
non solo con le orecchie, ma anche con
il corpo e con la mente;
osservare l'altro, ma anche osservare cosa accade dentro di noi. Le
azioni fisiche e l'attività mentale creano percezioni e sentimenti
che possono generare il conflitto: potrete anche rimanere in
silenzio, ma, se siete nervosi dentro di voi, l'altro percepirà che
qualcosa sta accadendo. Per questo è molto importante che l'ascolto
riguardi l'intero ambito, l'interazione nel suo aspetto globale. A
volte noi tendiamo a dare per scontati alcuni accadimenti dicendo “tu
hai fatto questo”,
saltando a facili conclusioni e dando alla situazione contingente una
certa solidità e concretezza. Proviamo, invece, a restare “aperti”,
a valutare la cosa nell'insieme delle sensazioni che ci trasmette e
che scaturiscono da noi stessi. Anziché concentrarci sul “tu”,
proviamo a rivolgerci all'altro amorevolmente, perché l'importanza
delle parole è fondamentale, le parole posso creare amore o
distruggerlo: pensate a che effetto ha su di voi quando qualcuno vi
si rivolge con tono iroso o maleducato. Un effetto “distruttivo”,
non è vero!? Allora perché comportarci allo stesso modo proprio con
la persona che amiamo!? Aspettiamo i tempi giusti, invece, se ci
accorgiamo di essere troppo nervosi, calmiamoci prima: se ci
esprimiamo con accuse e giudizi, l'altro avrà difficoltà ad
accogliere la nostra comunicazione, per questo è importante calmarci
ed aspettare. Sono principalmente quattro
i modi
per riuscire a ristabilire la comunicazione e rinnovare l'armonia nel
rapporto e non è necessario attuarli tutti contemporaneamente, basta
cercare di metterli in pratica di tanto in tanto nella comunicazione
con il nostro compagno.
Cominciamo
col dirgli
le cose positive che pensiamo di lui/lei:
significa condividere l'apprezzamento che proviamo per l'altra
persona. D'altronde ce ne siamo innamorati, quindi, proviamo a
ricordare a noi stessi ed all'altro i motivi per cui ciò è
avvenuto.
Condividiamo
il nostro rincrescimento:
quando sbagliamo, ammettiamolo e chiediamo
scusa;
le nostre parole, le nostre azioni o non-azioni possono ferire anche
involontariamente l'altro. Questo ci insegnerà a vivere in onestà
ed apertura, abituerà l'altro a fare altrettanto e aiuterà entrambi
a crescere.
Esprimiamo
il nostro dispiacere:
troppo spesso tendiamo a tenere per noi le difficoltà che stiamo
attraversando, perché pensiamo che l'altro non sia in grado di
capirci. Dunque, condividiamo
la nostra sofferenza:
se l'altro sarà messo in condizione di capire cosa ci fa “uscire
dai gangheri”, probabilmente eviterà un determinato atteggiamento.
L'
ultimo “esercizio” consiste nel condividere
una vecchia difficoltà e chiedere sostegno:
a volte può trattarsi di una ferita inferta molto tempo prima, di
cui non siamo mai riusciti a parlare.
Qualunque
di questi accorgimenti decidiate di applicare, ricordatevi sempre di
iniziare col citare le cose positive che pensate dell'altra persona:
i questo modo l'altro capirà che provate ancora amore per lui e
volete proseguire nella relazione.
Molte
di voi penseranno “non
serve a niente, le ho già provate tutte!”.
Io vi invito prima di tutto ad analizzare in profondità se davvero
vi identificate negli atteggiamenti positivi che ho descritto ed a
“giocarvi” comunque quest'ulteriore chance.
Per
un approfondimento più incisivo e “tecnico” sul tema, a breve,
un'intervista a Paola Cimarosti, Consulente spirituale ed esperta di
Olistica da oltre 15 anni, che ha avuto modo di seguire molte coppie,
aiutandole a ritrovare equilibrio e serenità.
Sono entrata nel tuo blog.brava...e complimenti!!!
RispondiEliminakiss Chiara
Finalmente, direi! ;) Grazie per il saluto e passa più spesso! mi piacerebbe sapere ogni tanto qual è la vostra opinione circa gli argomenti che tratto. Baciuz
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