26 aprile 2011

Senso materno o paura del tempo che fugge? (Dieta alimentare in gravidanza)


Chi mi conosce stenterà a crederci, ma, alla veneranda età di 34 anni, comincio ad avvertire un forte desiderio di maternità. Più che una “vocazione”, direi che la mia sia una una sorta di paura del tempo che scorre e che, a quanto pare, non aspetta nessuno, tanto meno me!
Le prima avvisaglie del fatto che qualcosa dentro di me stava cambiando le ho avvertite nel differente atteggiamento che ho assunto nei confronti dei bambini: intendiamoci, ancora non riesco a trascorrere con loro più di dieci/quindici minuti e mi rendo conto che, prendere per la manina un mocciosetto giusto il tempo di fargli saltare un gradino, non è proprio la stessa cosa che averlo davanti tutta la giornata e svegliarsi ogni tre ore per allattarlo, immagine che ancora mi infonde un forte senso di disagio. Ma, quantomeno, ho cominciato a familiarizzarci, a sentirmi più vicina a loro e mi sono scoperta a proiettare l'idea di me, mamma, in un percorso di educazione e crescita. Crescita mia, s'intende (Quante cose potrei imparare da un bambino!)! Insomma, diciamo che il mio orologio biologico incalzante ed il desiderio di trasferire ad un'anima pulita quello che ho imparato fino ad ora, sperando di evitare gli errori che i miei genitori hanno commesso con me, sono le due ragioni che più insistentemente mi spingono a “metter su famiglia”. Sebbene mi renda conto di avere ancora un'anima da adolescente e sia spaventata perfino di allevare il mio cane, il fatto che i ragazzini per strada mi salutino con un ansiogeno “buongiorno, Signora”, mi fa capire che i tempi sono maturi, almeno esteriormente. La cosa che mi spaventa più di tutte, però, è il periodo della gravidanza: aumento di peso, smagliature, senso di affaticamento, caviglie gonfie, sono tutti i sintomi di cui, una iperattiva come me, farebbe volentieri a meno, ma, immagino, sia il prezzo da pagare per poter, successivamente, godere di questa immensa gioia. Che sia reale senso materno o solo voglia di un cambiamento (che mi sembra quello cronologicamente più logico), diciamo che stamattina do i numeri e sono certa che, se Francesco leggesse questo post, mi guarderebbe con sospetto, inarcando il sopracciglio sinistro. Ad ogni modo, la curiosità non è reato, così ho pensato di dare uno sguardo ai miei libri sui rimedi naturali per rendermi conto di quali alimenti siano consigliati durante la gravidanza. Anche se non servirà a me nell'immediato, questa ricerca potrebbe essere d'aiuto a molte di voi in dolce attesa.
Da buona “aspirante vegetariana”, ho subito cercato di scoprire se una dieta mancante di carne potesse compromettere la salute del feto ed, a quanto pare, la medicina convenzionale è assolutamente concorde nel ritenere che una dieta vegetariana può essere adottata in tutta sicurezza. Frutta e verdura in quantità, dunque, ma facendo attenzione ad evitare gli alimenti conservati con sostanze chimiche e quei cibi, come cipolla, aglio, porro, cavoli ed asparagi, che conferiscono al latte materno un sapore sgradevole.

Polline e lievito di birra, invece, costituiscono un valido supporto, poiché contengono una quantità notevole di vitamine che favoriscono l'equilibrio ormonale, la produzione di anticorpi e la capacità, in generale, di lavoro dell'organismo.
Il lievito, ad esempio, svolge un'azione ricostituente generale: ricco di proteine e vitamine, specialmente del gruppo B, stimola l'utilizzazione cellulare del glucosio, favorendo l'azione dell'insulina ed influendo positivamente sulla flora batterica intestinale. Allo stesso modo, il polline contiene quasi tutte le vitamine utili al nostro organismo, sali minerali ed oligoelementi, dimostrandosi un ottimo complemento alimentare per le donne in gravidanza e allattamento; inoltre, migliora la risposta dell'organismo alle infezioni, ha una funzione riequilibrante e disintossicante; nei bambini stimola la crescita, agendo da ricostituente e calmante.

Un buon apporto di vitamine A e P, che potenzia le caratteristiche della vitamina C, proviene, invece, dal mirtillo, frutto molto utile per tutti gli organi vascolarizzati: favorisce la rigenerazione dei rivestimenti interni ed esterni del corpo e protegge l'integrità delle pareti dei vasi sanguigni, sollecitati particolarmente dalle modificazioni circolatorie che avvengono durante la gravidanza. Sfatando un luogo comune, che vede il prezzemolo come causa di aborto, questo vegetale contiene, in forma concentrata, vitamine e minerali, spesso carenti nell'alimentazione quotidiana: un'assunzione moderata non costituisce pericolo per le donne incinte, ma, piuttosto, un pizzico di
prezzemolo crudo, aiuta a preservarne la salute ed il benessere.
Esistono, poi, una serie di alimenti che sono in grado di apportare una quantità di ferro necessario al periodo della gestazione, come il radicchio e tutte le verdure a foglia verde; i cereali integrali, in particolare, segale e avena, che facilita il corretto mantenimento del peso corporeo, abbassa il colesterolo e riduce il rischio di ipertensione; e, ancora, i legumi, l'uovo, le mandorle ed i funghi secchi.

Per quanto riguarda, infine, l'apporto di calcio, il fabbisogno in gravidanza è di circa 1200 mg, da ricavare dagli alimenti consumati quotidianamente e serve, principalmente, per la costruzione dello scheletro del feto. In realtà, la nostra dieta quotidiana, normalmente, non è affatto povera di calcio, quanto, piuttosto, mostra difficoltà nell'assorbimento dello stesso. Per sopperire a questa eventuale carenza di calcio è necessario stimolare l'attività epatica, la produzione di vitamina D, l'acido fitico – mangiando, ad esempio, pane integrale lievitato naturalmente – mantenere un giusto equilibrio tra calcio e fosforo, riducendo l'apporto di carne. Gli alimenti che contengono una buona quantità di calcio sono: latte e derivati, tofu, alghe - ottime sostitute di carne e latticini – mandorle - ricche di calcio e fosforo, possono essere considerate quasi una “bistecca vegetale” - fichi secchi e cavoli. Insomma, preso atto della scadente qualità dell'alimentazione odierna e dell'ambiente circostante, si rende quantomai necessario integrare la propria dieta alimentare con prodotti ricchi di elementi vitali: nessuna miracolistica integrazione, dunque, ma una “riqualificazione” che consenta di trarre il massimo beneficio da alimenti di per sé ottimi.

Insomma, la teoria l'ho imparata, peccato che non basti mangiare correttamente per diventare anche una brava madre...

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