5 aprile 2011

A lezione di Yoga con il maestro Melchionna

Michelangelo Melchionna - Maestro di Yoga

La parola “Yoga” deriva dal sanscrito e, nella sua accezione originaria, indicava una serie di pratiche ascetiche e meditative. Si tratta di un'antica disciplina delle Scuole iniziatiche del Tibet e dell'India, ormai molto diffusa in Occidente, benché, in alcuni casi, abbia perso la sua accezione spirituale per diventare, piuttosto, una sorta di ginnastica esotica alternativa. Lo yoga si basa essenzialmente su “asana”, ossia posture e “pranayama”, tecniche di respirazione, attraverso le quali il praticante purifica il corpo e la mente. Si stima che chi pratica yoga, assorba il 25% di ossigeno in più di chi respira normalmente e che tale disciplina costituisca un utile supporto nella cura di molte patologie, come infiammazioni, diabete, dolori alla schiena e malattie cardiovascolari. Per approfondire l'argomento, abbiamo intervistato Michelangelo Melchionna, il quale, dopo essersi formato presso vari Maestri in Italia ed in India, collabora dal 1999 con il “Centro Studi Yoga Sau”.

Michelangelo, è vero che esistono differenti tipi di yoga?
Direi infiniti, per ogni persona esiste uno yoga differente, e ogni giorno ne nascono di nuovi. Enunciarli tutti significherebbe scrivere un trattato, e sicuramente ne dimenticherei qualcuno. Quindi, passo alla prossima”.

Quando hai deciso di avvicinarti allo Yoga?
Circa 13 anni fa: un giorno di novembre aprii la porta di un centro di yoga, per fare una prova, ma non immaginavo che da quel momento non avrei più smesso di farlo, né che lo avrei mai insegnato. Pensavo che sarebbe stato il mio ennesimo vano tentativo di trovare “Qualcosa” che desse più senso alla vita che stavo vivendo. Era ormai tempo che non avevo più gusto nel vivere la mia vita. A venticinque anni, avevo già provato di tutto, con frenesia e velocità, come spesso oggi fanno i giovani. Avevo viaggiato, avevo avuto esperienze con donne più grandi, più piccole, avevo bevuto fino a non riconoscermi più, ma non riuscivo ancora a trovare la giusta direzione. Avevo cercato riparo nella scienza, nella psicologia, negli amici, nei parenti, nelle pseudo-sette, ma ancora niente. Solo quel giorno di tredici anni fa , che ricordo con incredibile lucidità, sono entrato per fare una prova di yoga, ancora con i miei jeans stretti e la camicia. Solo quel giorno che mi sono sdraiato a respirare e rilassarmi, mi sono sentito, finalmente, il nuovo e vero Michelangelo. Da quel giorno non ho più smesso… e oggi sono qui”.

Tu che tipo di yoga insegni?
La domanda è un po’ particolare e di non facile risposta. Prima di tutto, “in-segnare” significa letteralmente “lasciare un segno dentro”. Ciò che io posso in-segnare e solo ciò che ho io dentro, vale a dire che posso trasmettere all’altro solo ciò che io stesso ho sperimentato. Quindi direi che insegno lo “Yoga di Michelangelo”. I grandi saggi indiani sostengono che esiste una yoga per ogni essere, quindi io sono testimone della mia esperienza. Per questo lo yoga è essenzialmente un fare, uno sperimentare.
A livello accademico, invece, ti rispondo che insegno Raja Yoga, o Yoga Reale. Il Raja è lo yoga costituito dai vari step codificati da Patanjali in “Yogasutra”. Il Raja utilizza tutte le possibili tecniche, anche al di fuori dell’insegnamento induista, per raggiungere lo scopo. In esso confluiscono varie esperienze, dal buddismo tibetano, al tantrismo, allo zen, alla cultura cristiana. Allo Yogi che persegue tale via nulla è precluso, ma tutto può essere utile ad affinare la sua tecnica e a completare la sua conoscenza. Patanjali, nei suoi scritti unici e primi del genere, codifica chiaramente le tecniche e i passi da fare per raggiungere la piena consapevolezza del sé. Il Raja da me praticato non è una pedissequa copia di questo, ma è una sintesi nel senso che posso partire anche dal quinto passo di Patanjali per passare al secondo e così via… per poi integrarlo con della conoscenza del buddismo, o che so, del tantrismo. Niente è stabilito. Come la nostra vita, no?”.

Che differenza c'è tra lo yoga e la meditazione?
La meditazione è una tecnica: medi-azione, cioè azione del mezzo, cioè azione del cuore. Lo yoga utilizza la meditazione, come altre tecniche, ma il suo scopo è molto più grande. Lo yoga che significa letteralmente “unione” cerca di mettere in connessione e unire la parte fisica, emotiva e spirituale”.

Quali sono i benefici dello yoga?
Salute del corpo, calma e serenità della mente. Se prendo un semplice manuale di yoga, per esempio Iyengar, o Gabriella Cella, leggerò che tutti i problemi psico-somatici possono essere curati con lo yoga. Per lo yoga ogni malattia, come oggi concordano molti medici, sono di origine psico-somatica. Quindi lo yoga cerca di intervenire sul corpo per curare la mente con le asana (posture) e con i pranayama (respirazioni controllate), interviene con la meditazione sulla mente direttamente. Ma lo yoga è tanto altro…”.

Quanto è importante la respirazione durante gli esercizi?
Fondamentale! Solo respirando l’asana funziona. Lo scopo della postura è di purificare e di nutrire una parte determinata del corpo, sia essa un muscolo, un organo, o una ghiandola. Premesso che la posizione e il modo di farla cambia a seconda se decido di intervenire , su un muscolo, su un organo o su una ghiandola, il respiro porta ossigeno al sangue che a sua volta, tramite la postura, provvederà a distribuire a quella parte del corpo su cui sto lavorando. Senza la respirazione il valore della asana, per me, è nullo. Lo scopo dello Hata -Yoga e delle posture e quello di apportare ossigeno, costituente necessario delle cellule, a determinate parti del corpo; ma se non respiro che ossigeno apporto?! Che scambio tra anidride carbonica e ossigeno si può attuare, se non respiro?”.

Quale sarebbe il modo corretto di respirare?
Un bicchiere se è pieno non può essere riempito ancora: prima bisogna svuotarsi di aria e poi riempirsi di nuova aria. Quindi tra le due fasi, inspirazione ed espirazione, la seconda è la più importante. Il respiro dovrebbe essere il più lungo possibile, senza esagerare, e profondo. La respirazione dovrebbe essere quella Yogica: cioè addominale, toracica e diaframmatica, senza interruzioni tra le tre fasi. Lo yoga prevede fasi anche di ritenzione o Kumbhaka, ma queste sono tecniche che si utilizzano solo dopo anni di esperienza”.

Quanto è importante il rapporto che si instaura tra Maestro e allievo?
Il Maestro rappresenta per l’allievo il punto di riferimento, fino a quando l’allievo non diventa a sua volta Maestro. Io penso che ognuno può essere maestro (solo?) per la propria vita e può essere punto di svolta, di aiuto, di specchio per un altro. Altra cosa sono i grandi Guru, Maestri riconosciuti universalmente. Ma il maestro, o meglio direi l’insegnate, è una figura di riferimento che ti porta per mano fino a un certo punto, fino a quando non trovi un altro maestro che ti porta più avanti e così via… Fino a quando non sei capace di stare in piedi da solo, allora diventi Tu il maestro. Ma rimarrai sempre grato ai tuoi insegnati e all’inizio della lezione spenderai un attimo per ricordarli, per richiamarli dentro di te, e ringraziarli di tutto ciò che ancora ti danno”.

Lo Yoga può agevolare anche una “crescita spirituale”?
Certamente! Ti fa scoprire e prendere contatto con qualcosa che hai difficoltà a descrivere con le parole…”.

A chi è adatto lo yoga?
A tutti. Dai quattro anni fino ai centodieci e più, è possibile fare yoga”.

Ci sono particolari situazioni in cui è sconsigliato?
Determinate patologie hanno bisogno di alcuni accorgimenti, come per i cardiopatici, i diabetici o chi soffre di asma; ma tutti possono praticare, ripeto, con i giusti consigli di un insegnante esperto”.

Quanto influisce l'ambiente in cui si svolge la lezione?
Può influire se non ho esperienza: allora i colori, i suoni, gli odori possono aiutarmi, Se ho un minimo di esperienza imparo a essere nello yoga in qualsiasi istante e in qualsiasi luogo: in fila al supermercato, in metrò, guardando la televisione”.

Oltre ad essere una “disciplina”, lo yoga può essere considerato anche uno “stile di vita”? “Certamente. Lo Yoga consiglia moderazione in tutto: Lo Yoga non è per chi mangia troppo , né per chi mangia troppo poco, non per chi dorme troppo , né per chi non dorme (cit. Banghagita). Alcuni tipi di yoga consigliano o prescrivono determinati atteggiamenti, tipo non mangiare carne. Lo yoga da me proposto cerca una mediazione, o una unione come la trama e un ordito in un tessuto, tra il vecchio modo di vivere e il nuovo modello. Non sono ben accetti gli estremismi”.

Che nesso c'è tra yoga ed energia? E' vero che, durante le lezioni, bisognerebbe tenere lontano qualunque oggetto elettromagnetico, come, ad esempio, i cellulari?
Lo Yoga insegna a utilizzare nel giusto modo la propria energia. Insegna ad economizzare. Insegna ad acquisirne di nuova. Noi siamo esseri elettromagnetici, quindi, oggetti come i cellulari emettono onde che possono influire sul nostro elettromagnetismo. Ma disturbano anche tanto le lezioni, quindi, meglio tenerli spenti!”.

Cosa si intende con l'espressione “essere presenti qui ed ora”, spesso utilizzata durante le lezioni?
Domanda interessante: spesso noi siamo distanti da quello che stiamo vivendo, dalla vita presente nel suo svolgersi, spesso pensiamo a quello che dobbiamo fare dopo, a chi dobbiamo incontrare, agli impegni che abbiamo. Nel frattempo che noi siamo impegnati nelle nostre elucubrazioni mentali, la vita svolge il suo corso e capita che la direzione che prende è l’unica che non avevamo pensato. Cosa fare ? Non programmiamo? Dobbiamo essere superficiali? Niente di tutto questo. Possiamo programmare e stabilire la direzione verso cui dirigerci, ma essere presenti e consapevoli che la vita può prendere una piega che non ci aspettavamo. Solo se sono “qui ed ora”, cioè sono completamente presente con corpo, anime e mente, posso avere l’elasticità di rispondere al tipo di piega che la vita prende; se rimango rigido e voglio che la vita si pieghi all'aspettativa che io avevo stabilito, allora difficilmente andrò avanti, e probabilmente resterò fermo al punto di partenza, piangendomi addosso sul fatto che vita ha mostrato una faccia che io non mi aspettavo.
Altre volte invece siamo fermi nel passato, compiangendoci del fatto che potevamo comportarci diversamente, ad esempio un investimento sbagliato, una scelta relazionare sbagliata. Ebbene mentre siamo occupati a pensare di rimediare o di eliminare l’azione fatta nel passato, la vita continua a svolgersi, e noi?! Siamo ancora impegnati a pensare all’errore commesso. Significativo è chi davanti alla fermata dell’autobus si dispera perché per un attimo ha perso l’autobus che lo portava a casa, non accorgendosi che, sopraggiungeva un nuovo autobus, il bis, ma il tipo era troppo impegnato e arrabbiato con tutto il mondo per accorgersi di ciò che stava succedendo. Non era presente, non era nel “qui e ora””.

Perché al termine di una lezione di Yoga si pratica il rilassamento?
Il rilassamento può essere fatto anche prima, anche da solo o non fatto proprio. Anche il Nidra yoga o rilassamento è una tecnica, quindi sta alla capacità del praticante utilizzarla”.

Per finire, cosa consiglieresti a chi decide di avvicinarsi per la prima volta allo yoga?
Di farlo con curiosità e passione”.

In che modo ci si saluta in questi casi?
Namastè...”.

2 commenti:

  1. Ciao Fra!Il tuo blog mi piace moltissimo!E' interessante e ricco di informazioni!Complimenti :)T seguo!

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  2. Sono contanta che lo trovi interessante. Grazie per il follow, che ho già ricambiato con piacere! Buona giornata!

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