1 marzo 2011

Fiori di Bach: ogni tanto mi sento Impatiens!


Sono in fila alle Poste. Dramma! La gamba comincia a muoversi in un tremito convulso; mi siedo, mi rialzo, guardo l'orologio, sbuffo, rifletto sulla possibilità di tornare domani. Mi risiedo. Penso che domani troverò la stessa coda di oggi, quindi è meglio se resto. (Indecisione). Dopo circa quaranta minuti arriva il mio turno: con un sorriso affaticato mi rivolgo alla persona dietro al vetro: “Dovrei spedire una raccomandata.”. “Mi dispiace, abbiamo terminato i moduli!”. Aaaaah, ma volete rendervi conto che io ho FRETTA?! Mia nonna mi chiamava “frettella”; mia mamma diceva che ero quella del “tutto e subito” e, devo ammettere, che nessuna delle due si sbagliava. Anche oggi, ad esempio, continuo a fissare incessantemente l'orologio, quello da polso, ma anche quello sullo schermo del pc, e poi, ancora, quello appeso alla parete, proprio di fronte alla mia scrivania, giusto per essere sicura che segnino tutti la stessa ora e che io non rischi di perdere nemmeno un minuto. Oggi non ho tempo! Devo fare duecento cose e non ho tempo! Devo scrivere questo post, ad esempio, ed ho necessità di farlo in tutta fretta, perché devo nell'ordine: mangiare, vestirmi, truccarmi, uscire di casa, fare circa 1Km a piedi, andare a lezione di yoga e, quindi, mi manca il tempo! E so che ne verrà fuori un disastro, perché, inevitabilmente, più vado di fretta, più mi mancano le parole ed i pensieri si ingarbugliano! Sono in continua corsa; e non perché abbia sempre impegni improrogabili o commissioni imminenti, quanto, piuttosto, perché è la mia mente a pretendere di viaggiare alla velocità di un freccia rossa! Digito queste parole sulla tastiera e nel frattempo penso a quale tuta dovrò indossare dopo; a quante telefonate dovrò fare e a se, tornando a casa, avrò voglia di fermarmi a dare uno sguardo in libreria...MA CHE NE SO! Si, ma in fondo, che ne so di cosa accadrà dopo!? Magari tre tute su quattro saranno in lavatrice, “L'utente desiderato potrebbe non essere al momento raggiungibile” e, se la lezione di yoga dovesse terminare più tardi del solito, troverò la libreria già chiusa. Quindi, perché proiettarmi da qui alle prossime 3 ore?! “Francesca, devi sentirti qui ed ora”, la parte saggia di me fa a cazzotti con il mio Io inferiore, che mi istiga a spingere il pedale dell'acceleratore. Per quanto rimproveri me stessa, mi rendo conto che l'urgenza nelle azioni e l'impellenza di raggiungere certi obiettivi sono una condanna piuttosto comune, sopratutto per noi donne. Dicono che ci siamo “evolute”, che siamo finalmente riuscite ad affrancarci dal ruolo unico di casalinghe e mamme, libere dal “maschio oppressore”. Ma non è che tutta questa “evoluzione” ci abbia dato alla testa come un'insolazione in pieno agosto?! Siamo passate da “come vuoi tu, caro!” a “se non fai come ti dico, ti strozzo!”, senza nemmeno passare per il “via”. Siamo diventate esigenti, pretenziose ed impazienti. Veloci, distratte, agitate. Sentiamo che ci manca il tempo e vorremmo che anche i nostri compagni avvertissero la stessa urgenza. Qualche settimana fa, una mia amica mi disse che si sentiva molto preoccupata: stava da pochi mesi con un ragazzo ed avvertiva l'esigenza di avere un posto tutto loro in cui trascorrere le serate, quindi aveva pensato di prendere in affitto un monolocale. Ma, pensandoci, a quel punto, tanto valeva andare a convivere. Ma, come comunicarlo ai genitori “vecchio stampo”?! (L'ansia sale). Onde evitare diatribe in famiglia, a conti fatti, meglio sposarsi direttamente! Ma, sposarsi, comporta delle responsabilità: e se poi si fossero accorti di non andare d'accordo ed il loro rapporto si fosse sfasciato!? (L'ansia si trasforma in angoscia!). Insomma, in cinque minuti di conversazione telefonica, mi stava comunicando il suo divorzio, già prima che avessero cominciato a parlare di matrimonio! Io stessa, alle volte, quando mi aspetto che Francesco affronti determinati argomenti, anticipo mentalmente le sue risposte senza neanche avergli posto prima la domanda! Siamo sul divano, mi lascio assalire dal dubbio “glielo chiedo, non glielo chiedo”; comincio a valutare tutte le possibili motivazioni (naturalmente a mio scapito) per cui non abbia ancora deciso di affrontare la questione; mi do una risposta che non mi piace; mi giro inferocita verso di lui ed esordisco con il canonico “tra noi c'è qualcosa che non va!”. No, è nella mia testa che c'è qualcosa che non va! Se avessi saputo aspettare, se non avessi agito come al solito spinta dalla mia personalità, forse, prima o dopo, sarebbe stato lui ad aprire l'argomento. Si, probabilmente più “dopo” che prima, ma cosa mi sarebbe costato attendere ancora qualche ora, o, magari, qualche giorno?! Avrei potuto godermi quel momento insieme a lui, starcene tranquillamente seduti sul divano; avremmo potuto continuare a guardare il film abbracciati e la serata sarebbe epilogata così, senza morti né feriti! Invece, a cosa mi ha portato tutta questa fretta?! A discutere fino all'una di notte di un problema che non esisteva perché non era esistita la domanda e tanto meno una risposta. A dimostrazione di ciò, nel momento stesso in cui Francesco mi chiarisce la sua posizione ed io mi rendo conto che l'obiettivo era comune, ma che c'era stata solo una diacronia di tempi, mi sento spiazzata e, non solo avverto che non ho più motivo di “attaccarlo” (perché un motivo reale non c'è) e mi sento profondamente ingiusta, ma alla domanda “perché ti sei arrabbiata?” comincio a barcamenarmi maldestramente tra giustificazioni illogiche, il che mi fa sentire anche parecchio stupida. Per cui ho deciso che la mia “lezione del mese” dovesse essere quella di imparare ad essere paziente, o, piuttosto, a non essere impaziente. Ho iniziato con un esercizio di visualizzazione consigliatomi da Paola, che consiste nell'immaginarmi in una stazione ad aspettare un treno che porta ritardo (situazione neanche troppo inverosimile): all'inizio è stato faticoso anche il solo rappresentarmi in uno stato di attesa, poi, invece, è risultato addirittura divertente fantasticare su quanto sarebbe potuto accadere in una circostanza del genere. Ho traslato questo esercizio nelle occasioni quotidiane, così mi ritrovo spesso ad essere “osservatore neutrale” durante le code negli uffici pubblici o quando faccio una passeggiata. A supporto, però, di questa “rieducazione”, non poteva mancare l'inestimabile aiuto dei Fiori di Bach e, nello specifico, dell'IMPATIENS: “Per quelli che sono veloci nel pensiero e nell'azione e che vogliono che tutte le cose siano fatte senza esitazione né ritardo. Quando sono malati hanno fretta di ristabilirsi. Per loro è molto difficile essere pazienti con le persone lente, perché considerano che ciò sia uno sbaglio o una perdita di tempo e tentano in tutti i modi di renderle più vive da tutti i punti di vista. Spesso preferiscono lavorare e pensare da soli, in modo da poter fare le cose alla loro propria velocità.” Ricordate che, essere impaziente, non significa soltanto dimostrare poca tolleranza nei confronti degli altri, ma, spesso, più semplicemente, non riuscire ad aspettare i tempi giusti, o, addirittura, essere poco condiscendenti verso se' stessi. E non solo in una relazione di coppia, ma anche sul lavoro, o in qualsiasi altra situazione di difficoltà si debba affrontare. Di solito è necessario attendere molto, prima che dei cambiamenti reali avvengano nella nostra vita e, spesso, è bene non forzarli. Ad esempio, in questo periodo, sono in attesa di un lavoro, che, probabilmente, non arriverà nell'immediato: ma non dispero, non mi esaurisco nel cercare confusamente tra i pochi annunci di internet, inviando curriculum per le offerte più improbabili o per mansioni che neanche mi piacerebbe svolgere. Aspetto, perché so che non è arrivato ancora il mio momento. Approfitto di questo periodo di “vacanza forzata” per ascoltarmi e capire realmente qual è la mia strada, in cosa mi piacerebbe impegnarmi davvero. Ogni giorno ci vengono inviati dei messaggi, alcune volte più evidenti, altre impercettibili e sta alla nostra capacità saperli individuare ed interpretarli. Può trattarsi di situazioni concrete in cui ci imbattiamo, oppure di persone che conosciamo per caso, o, ancora, di qualcuno che ci trasmette casualmente delle informazioni che ci aprono la mente. In questi giorni sono parecchi gli input che sto percependo, ma non mi lascio ingannare: li recepisco, li elaboro e mi pongo in “ascolto profondo”. Sono certa che, quando arriverà l'occasione giusta, sarò in grado di avvertirla e di accoglierla. Mi rendo conto che questo mio atteggiamento non è condivisibile da tutti: molti di voi obietteranno che non tutti hanno la possibilità di “aspettare il momento opportuno”, ci sono famiglie da mantenere e necessità di entrate economiche. E' giusto, ma, quantomeno, potete cambiare il vostro modo di porvi di fronte ad esse e di relazionarvi a voi stessi ed ai vostri tempi; cercare di vivere “qui ed ora” senza agitarvi confusamente. L'ansia, l'urgenza non vi aiuteranno a trovare la strada, né, tanto meno, vi agevoleranno nelle pratiche quotidiane. Pertanto, se l'attesa non è il vostro forte, se avvertite che i vostri pensieri sono più veloci di quanto sia la vostra reale capacità di azione, o, peggio, se vi accorgete di trovarvi in una situazione che non potete cambiare, ponetevi semplicemente in ascolto, e, magari, tenete a portata di mano qualche goccia di Impatiens!

8 commenti:

  1. Sarebbe bello vivere nel QUI ED ORA....certo non è semplice...ma qualche volta ci sono riuscita e mi sono detta che se ce l'ho fatta una volta posso farcela anche una seconda....sarebbe un bel cambiamento...sarebbe bello "VIVERE"UNA COSA PER VOLTA......e addirittura aspettare una risposta dall'altro senza prima essermi fatta l'inizio ,l'intermezzo e la fine di una "storia" che invece non è nemmeno iniziata....BELL'ARTICOLO,COMPLIMENTI...

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  2. Sarebbe interessante avere un tuo contributo a questo articolo e sapere in quali occasioni sei riuscita a sentirti "qui ed ora" ed a vivere la situazione presente con consapevolezza. Potrebbe essere un ottimo spunto di introspezione per le persone che ci leggono. (chiaramente puoi continuare a farlo in forma anonima o mandarmi una mail). un abbraccio

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  3. Per il momento mi è capitato di ASPETTARE che una cosa a cui tenevo particolarmente mi venisse chiesta,rispettando il tempo dell'altra persona e quando la fatidica domanda è arrivata me la sono goduta appieno.....mi sono sentita appagata e felice!!!!!!!!!!!

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  4. Quindi soddisfazione doppia: perché è arrivata la domanda che aspettavi e, sopratutto, perché non hai dovuto anticiparla o elemosinarla. Sei riuscita, quindi, in questo modo ad evitare la frustrante sensazione del "me lo ha detto perché gliel'ho chiesto". Ben fatto! Ad ogni modo, come avrai avuto occasione di vedere, c'è una sezione su questa pagina dedicata al "collabora al blog"; qualora avessi voglia di raccontarci qualche tua esperienza o di sollevare qualche argomento di discussione, non esitare a contattarmi. A presto.

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  5. Bel post Francy. Mi hai fatto sorridere quando parlavi dei tuoi esordi con l'esercizio della stazione. Mi ricordo quanto poco ti era piaciuto e quanto alla fine lo trovasti illuminante. Per non parlare della tua passione per l'Impatience...Felice di leggere che i risultati sono condivisi con gli altri e attraverso il cuore. Brava!

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  6. Grazie per il sostegno, Paola! Sono io ad essere felice di apprendere che i miei miglioramenti sono evidenti! Ad ogni modo, lo "scopo" di questo blog è proprio quello di "condividere" (quanto mi piace questa parola!): perchè, spesso, le persone credono che nessuno riesca a capire le situazioni in cui si trovano, invece, purtroppo, i problemi quotidiani sono uguali per tutti. Magari, rendendosene conto e capendo che la soluzione si può trovare dentro di noi senza nemmeno troppo sforzo, qualcuno si sentirà rincuorato! un abbraccio

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  7. grazie Francesca!!!
    ...troppo impaziente per commentare qui, dopo aver completato la lettura ;-) però già pubblicato su Facebook !
    Stefy

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  8. Grazie a te per l'ottimo spunto e per avermi fatto ricordare ancora una volta che e' bene rallentare! Neanche a farlo a posta, la sera stessa che ho postato questo articolo, mi sono trovata in una situazione in cui avrei potuto cedere all'impazienza (forse "qualcuno" voleva mettermi alla prova ;) ). Perfortuna me ne sono accorta in tempo e non ho ceduto, cosi' la serata e' continuata piacevolmente. Un abbraccio di luce e un in bocca al lupo!

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