Il mio cervello ha avuto una paralisi di almeno 10 secondi: tutti i luoghi comuni sui benefici di latte e derivati, sfatati nel giro di qualche riga. E pensare che mi sono sempre sentita in colpa per il fatto che, di latte, proprio non ho mai voluto sentire parlare (discorso a parte vale per i formaggi). Da lì la mia ricerca è diventata spasmodica: ho cominciato a cercare su google tutti i termini che potessero associarsi con la parola "latte" e da lì ho cominciato ad aprire pagine e pagine, a cliccare link che portavano ad altri link, in una ricerca ansiosa di test scientifici che confermassero la notizia elevandola a dato di fatto e non a semplice scelta etica vegana. Perchè i vegani hanno le loro ragioni, su questo non c'è dubbio, ma, purtroppo la gente "comune" (tra cui, anche io) ha bisogno di conferme dalla medicina tradizionale per riuscire a convencersi che una notizia sia attendibile. Dopo circa 2 ore, mi ero finalmente convinta che il primo link che avevo aperto non fosse soltanto il delirio di un amante degli animali a tutti i costi e, così ho deciso di scriverci un articolo su queste false credenze legate al consumo di latte, che può essere così riassunto (per chi non intendesse andare oltre nella lettura):
1) latte si, ma solo quello della mamma;
2) dopo lo svezzamento, banditi latte vaccino e derivati;
3) il latte non aiuta a combattere l'osteoporosi, anzi, contribuisce alla sua insorgenza;
4) le donne che assumono latte e derivati in gran quantità sono più soggette al cancro al mammella.
Vi sembra poco? Se a questo aggiungiamo le motivazioni etiche, secondo cui, per produrre latte e formaggi, vengono sfuttate dall'industria alimentare un altissimo numero di mucche, il quadro diventa apocalittico. Sopratutto alla luce del fatto che questa eccessiva produzione di latte non è giustificata nemmeno da motivi legati alla salute. BERE LATTE NON FA BENE.
Di seguito l'esame dattagliato della mia ricerca.
In
natura i mammiferi sono in grado di fornire ai propri cuccioli latte,
necessario per garantirgli tutte le sostanze nutritive di cui hanno
bisogno per il loro sviluppo e vitamine
C e D in misura congrua alle necessità
del neonato. Al momento dello svezzamento, però, il neonato smette
di produrre “lattasi”,
enzima fondamentale per la digestione del latte
e questa mancanza gli renderà difficile digerire in modo appropriato
il latte
di qualunque altra specie animale.
Eppure l'uomo è l'unico essere vivente a
conservare l'abitudine di bere latte
vaccino anche successivamente alla fase
di svezzamento, abitudine che è alla base di molti disturbi, quali
coliti, intolleranze ed allergie.
Il latte dei mammiferi presenta, infatti, un elevata quantità di
grassi e proteine, difficilmente digeribili e si differenzia dal
latte dei
primati, che, al contrario è prevalentemente acquoso e adatto a
poppate frequenti e di modesta entità.
Un rapporto preparato per la Conferenza
Internazionale sulla Nutrizione FAO/OMS
conferma che all'allattamento al seno viene attribuito universalmente
un ruolo di primaria importanza per garantire una corretta nutrizione
del neonato e per prevenire importanti malattie dell'età pediatrica
quali le affezioni gastrointestinali le allergie e l'obesità; ma il
problema principale è che, dopo i due anni di età, si osservano le
errate abitudini alimentari riscontrabili nella popolazione adulta,
che continua ad alimentarsi consumando in abbondanza latte
di mucca e formaggi, caratterizzati da
eccesso di proteine,
grassi saturi,
calcio,
sali minerali e con rapporti
sbilanciati di calcio/fosforo.
Un eccessivo consumo di latte
vaccino è in grado di provocare
carenze di ferro, aumento del colesterolo, che affatica la
funzionalità di fegato, cistifellea e cuore, allergie e diabete.
Uno dei luoghi comuni maggiormente legati al
consumo di latte è quello secondo cui latte
e prodotti da esso derivati, facciano bene alle ossa. Se da un lato è
vero che il latte vaccino
contiene una buona quantità di calcio,
all'altro la densità di proteine di cui è ricco ne comporta la
perdita. Presso l'Istituto della nutrizione dell'Università del
Wisconsin è emerso, dopo lunghe ricerche che, consumando cibi ricchi
di proteine, si elimina più calcio
di quello che si ingerisce: la caseina contenuta nel latte
vaccino, impedisce l'assorbimento del
calcio; inoltre i processi di pastorizzazione e lavorazione di latte
e formaggi contribuiscono a degradare
il calcio, rendendolo ancora più difficilmente assimilabile. Fra i
danni provocati da questo eccesso proteico può essere inclusa anche
l'insorgenza dell'osteoporosi,
malattia sociale che colpisce strati sempre più estesi di
popolazione. Nel 1983 il Progetto di nutrizione Cornell Oxford -Cina
studiò le abitudini alimentari quotidiane di 6500 abitanti
provenienti da 65 provincie rurali della Cina ed emerse che le donne
che non bevevano latte vaccino
non soffrivano di osteoporosi;
introducendo nella loro dieta latte di
vacca, invece, i loro livelli di calcio
si abbassavano ed aumentava l'incidenza di questa patologia. A
conferma di questa ricerca, uno studio pubblicato dall'American
Journal of Clinical Nutrition dimostrò che le donne fino ai 65 anni
d'età che non bevevano latte avevano solo il 18% di perdita ossea,
mentre le onnivore ben il 35%. Gli alti livelli di sodio e proteine
animali procurano, infatti, acidosi metabolica nell'organismo; per
compensare a ciò, l'organismo estrae minerali dalle ossa, tra cui il
calcio, per sfruttare il loro effetto alcalinizzante e, poi, li
elimina nell'urina. In sintesi, questo significa che, più latte
e derivati si assumono, maggiore è la
perdita di calcio. Negli anziani, inoltre, il latte è controindicato
poiché affatica le funzioni della mucosa vasale e cardiaca ed è
promotore di arteriosclerosi e accidenti vascolari.
E' sempre dall' American Journal of Clinical
Nutrition il rapporto del 1989 secondo il quale il cancro
alla mammella è legato anche
all'accumulo di grasso proveniente da cibi di origine animale: una
ricerca condotta su donne della provincia di Vercelli, infatti, ha
messo a confronto la dieta alimentare di 250 pazienti affette da
cancro al seno con quella di 499 donne sane, scoprendo che le donne
affette dalla malattia tendevano a consumare una notevole quantità
di latte, burro e formaggi molto grassi.
In
realtà, indipendentemente dalla quantità di calcio che si consuma,
per assorbirlo è necessario introdurre nell'alimentazione la
vitamina D,
di cui il 70/97% della popolazione ha livelli insufficienti. Tale
carenza può essere sopperita attraverso l'uso di integratori.
Inoltre,
per mantenere la densità ossea e prevenire l'osteoporosi
è importante introdurre un'alimentazione naturale equilibrata: il
calcio è presente in moltissime erbe officinali, come salvia,
rosmarino, basilico, nei cereali integrali, nella verdura e nei
legumi che, addirittura, contengono una quantità di calcio superiore
a quella contenuta nel latte.
Una vita sana ed il regolare esercizio fisico, attraverso allenamenti
di resistenza come il camminare e lo jogging, non solo contribuiscono
al mantenimento di un buono stato di salute e sono un'eccellente
rimedio contro l'osteoporosi, ma sono il fattore di gran lunga più
importante di qualunque componente nutrizionale.
Ciao!Questo post è interessante..Cio' che è accaduto a te è accaduto anche a me. Da un po' di tempo soffrivo dopo aver mangiato formaggi e latticini e al latte non potevo neanche avvicinarmi...COsi, mi sono convinta a sottopormi ai diversi esami..e quindi il risultato è stato quello che sospettavo da tempo, ovvero, sono allergica al latte...!!:( Purtroppo..e quindi a tutti i suoi derivati...Complimenti per il blog, passa da me..KISS ELE
RispondiEliminaComplimenti per questo post, è molto interessante!Passa da me..KISS ELE
RispondiEliminaComplimenti per il tuo blog, molto interessante.
RispondiEliminaGrazie Ele e Pulci...cerco di mantenermi informata...ci tengo alla mia salute! ;)
RispondiElimina@Butterly: hai ragione, mea culpa, ma sono stata incasinatissima con gli articoli per il giornale. Passerò a brevissimo da te!
@Pulci: ma quanti blog hai? Ho dato uno sguardo veloce, ma approfondirò!
Un abbraccio ad entrambi
andrewdb77
RispondiEliminaBellissimo articolo :) quattro mesi fa ho smesso di bere latte, è stato un mio amico a mettermi la pulce nell'orecchio spiegandomi che "l'uomo è l'unico essere vivente che si nutre di latte anche dopo lo svezzamento".
Inizialmente non gli ho dato molto peso, ma poi (come al solito ho i miei tempi per elaborare le cose) ho iniziato a cercare e a farmi una mia opinione.
Risultato... sono 4 mesi che non bevo latte e mi sento alla grande, il fisico non ne risente assolutamente. Certe volte mi rendo conto che facciamo le cose solo ed esclusivamente per abitudine.
Grazie per la preziosa ricerca, l'articolo è davvero bello!!!
Sat Nam Francesca :)
Andrea
..io avevo saputo che i popoli orientali che generlmente non bevono latte hanno una bassa mortalità di carattere cancerogeno...io, non sono mai stato un gran bevitore di latte, da piccolo mia mamma mi dava l'orzo..in compenso..mancgio molto formaggio..mi piace....ma mi accorgo che non mi fa benissimo...
RispondiElimina