Immaginate
un lungo periodo di sconforto: già il ritorno dalle vacanze estive,
di per sé, mi manda in profonda depressione, figuratevi se ad
attendermi a casa c'è...niente! Non un lavoro che mi impegni la
giornata e neanche idee troppo chiare sul prossimo obiettivo da
prefissarmi. Insomma, il tipo di vita che, in gergo tecnico,
definirei “una gran rottura di palle”. Con tutte le conseguenze
che l'essere annoiati a morte e l'assenza di attività durante
l'intero arco della giornata
comportano: esagitazione, smania e ira
funesta scagliata contro chiunque (d'altronde, la colpa delle nostre
insoddisfazioni è sempre un po' anche degli altri, o no!?). Chiudo
gli occhi per riflettere e vedo tutto nero: mi dico che sarà il
chakra del “terzo occhio” ancora sporco, o la parte creativa del
mio cervello che ha smesso all'improvviso di funzionare. Nessuna
idea, nessuna prospettiva, nessuna cosa da fare e nessuna voglia di
farla. Prega che ti riprega, come mia abitudine nei momenti di
disperazione accorata, decido di parlare a “tu per tu” con il mio
amico Dio e, con un atteggiamento di deferenza, gli chiedo,
cortesemente, di darmi una mano, perché, se è vero che ci sono
tantissimi guai più grandi nel mondo di cui deve occuparsi, è vero
pure che anche la mia è una