Ho fatto
trascorrere un bel po' di tempo prima di scrivere questo post, ma,
tra la “pausa ferie” ed un momento di disorientamento, ho trovato
solo ora la giusta concentrazione e la “presenza mentale” per
farlo: è che le sensazioni o ci sono (e vengono fuori), o non te le
puoi inventare. Proseguendo nel mio viaggio “dentro” il seminario
tenuto da Paola a Roma, poiché non voglio perdermi in un'inutile
cronaca asettica dei fatti, arriverò dritta al punto, non
rispettando nemmeno una sequenza cronologica precisa, ossia
all'insegnamento che più di tutti ho atteso ed apprezzato: il lavoro
con l'energia.
Piccola premessa che ritengo d'obbligo: ciascuno di noi ha il “dono” di poter “guarire” se stesso (e gli altri) utilizzando l'energia che proviene dall'Universo, solo che questa capacità “primordiale” è sopita e va “risvegliata” attraverso l'insegnamento della persona giusta. E' quello che ci ha specificato Paola, invitandoci, però, a fare un uso corretto e cosciente di questa energia e a non improvvisarci “guaritori” senza aver prima provveduto a ristabilire dentro noi stessi il giusto equilibrio ed aver raggiunto uno stato di armonia. Mi è sembrata una considerazione corretta, dal momento che, se vogliamo essere dei “canali” per gli altri, dobbiamo prima di tutto essere dei “buoni conduttori”, onde evitare di trasferire ad altri le nostre “scorie” e le nostre inquietudini.
Piccola premessa che ritengo d'obbligo: ciascuno di noi ha il “dono” di poter “guarire” se stesso (e gli altri) utilizzando l'energia che proviene dall'Universo, solo che questa capacità “primordiale” è sopita e va “risvegliata” attraverso l'insegnamento della persona giusta. E' quello che ci ha specificato Paola, invitandoci, però, a fare un uso corretto e cosciente di questa energia e a non improvvisarci “guaritori” senza aver prima provveduto a ristabilire dentro noi stessi il giusto equilibrio ed aver raggiunto uno stato di armonia. Mi è sembrata una considerazione corretta, dal momento che, se vogliamo essere dei “canali” per gli altri, dobbiamo prima di tutto essere dei “buoni conduttori”, onde evitare di trasferire ad altri le nostre “scorie” e le nostre inquietudini.
Prima di
iniziare ad imparare a guarire noi stessi, è stata necessaria una
breve meditazione di circa 15 minuti, che ci ha aiutati a
trovare il nostro “centro”; dopodichè Paola ci ha
insegnato come “pulire i chakra”. A questo punto, anche
qui è necessaria una breve spiegazione iniziale, per chi fosse
totalmente estraneo all'argomento: detto in parole povere (che sono
le uniche che conosco), i chakra sono dei “centri
energetici”, all'interno del nostro corpo, che racchiudono
l'energia essenziale per l'armonia della nostra anima e per mantenere
un buono stato di salute anche a livello fisico. I chakra
normalmente considerati sono 7 (o 11 secondo la pratica del pranic
healing spiegataci da Paola), ma questi sono solo i più
importanti, poiché, secondo tradizione, in ogni punto del nostro
corpo sono presenti questi “vortici” di energia , che pare siano
88.000. Ogni chakra corrisponde, a livello fisico, a diversi
organi, e, a livello emozionale, a degli stati d'animo: quando si
verifica un disequilibrio in uno dei chakra, perché si crea
un vuoto o un accumulo di energia, questo scompenso ha delle
ripercussioni sui nostri stati d'animo e provoca degli effetti anche
sul piano fisico, potendo dar luogo alle malattie (che, come ho già
detto in passato, sono la diretta conseguenza di un malessere
psicologico o di uno scompenso energetico). Una volta puliti i
chakra, Paola ci ha chiesto che colori avessimo visualizzato, ma
neanche a dirlo, io ho glissato l'argomento.
Fatto
questo, abbiamo accettato l'invito di Paola di trasferirci
all'aria aperta, in un prato di pertinenza del b&b: in questo
caso, l'esercizio sarebbe servito a “smuovere” l'energia
presente nel nostro corpo, “aprire” i chakra ed
“incamerare” l'energia proveniente dall'Universo. Giusto per
abbraviare, abbiamo cominciato ad aprire i nostri centri energetici
attraverso una serie di esercizi (anche piuttosto faticosi) che hanno
interessato ogni singola parte del nostro corpo, partendo dalla
testa, fino ad arrivare alle dita dei piedi e, devo dire, dopo averli
eseguiti tutti in sequenza per tre volte, ho avvertito davvero una
bella carica di energia pervadermi. Il momento più suggestivo, però,
è stato quando ci siamo caricati dell'energia proveniente
dall'alto: con gli occhi chiusi abbiamo spalancato le braccia come
per accoglierla e l'abbiamo poi stretta in un abbraccio. Dopo di che
abbiamo unito le mani, proteso le braccia verso l'alto ed abbiamo
sentito l'energia scorrere dentro di noi. Avranno contribuito il
forte coinvolgimento, il cielo azzurro o la piacevolezza del tepore
del sole, ma devo ammettere che è stata una sensazione davvero
appagante e sorprendente. Fatto questo, Paola ci ha detto di
posizionare la mano su un punto del nostro corpo che solitamente ci
da problemi: io, che quel giorno avevo il torcicollo e dolore alle
spalle perchè Francesco due giorni prima in palestra mi aveva
massacrata, ho chiaramente posato la mano alla base del collo e l'ho
tenuta così per una decina di minuti e, magia delle magie, il dolore
era scomparso ed io avevo cominciato ad avvertire che la tensione
alle spalle era notevolmente diminuita.
Rientrati
nella tensostruttura, Paola ci ha finalmente spiegato come
effettuare la tecnica di autoguarigione, premettendoci delle
raccomandazioni: non praticarla su altre persone, lavarci bene le
mani prima e dopo averla eseguita , essere concentrati e “centrati”.
Stesi supini sul tappetino abbiamo cominciato a “lavorare” sui
chakra ed, a quale punto, finalmente, il buio che avevo
“visto” fino a quel momento, ha cominciato a dissolversi, dando
spazio a tanto bianco e ad un'infinità di colori. Immaginando un
fascio di luce inondarmi dall'alto, ho avvertito distintamente
l'energia pulsare nelle mie mani e attraversarle. Dopo aver
sciorinato a Paola ed ai presenti l'infinità di domande che
fino ad allora mi ero trattenuta dal fare, ma che, alla fine, non ho
resistito dall'esporre, è arrivato il (triste) momento del congedo.
Benché fossero trascorsi solo due giorni, in poche ore tra di noi si
era creata una sinergia ed un'unione di intenti davvero fuori dal
normale: ci siamo abbracciati in un cerchio, ci siamo ringraziati per
la bella esperienza e ci siamo salutati. A quel punto ho avvertito un
forte sentimento di Amore e Comprensione che mi ha commossa
ma, come sempre, ho cercato di mantenere il controllo non dandolo a
vedere. Dopo qualche secondo di disorientamento inizale e un po' di
impaccio, in cui ci guardavamo non sapendo come proseguire, non sono
riuscita a trattenermi e, haimé, con mia somma vergogna, ma anche
con un senso di liberazione, non sono riuscita a frenare le lacrime
e, istintivamente, mi sono rivolta verso Gloria per abbracciarla, o,
meglio, per restituirle quel gesto di “apertura” ed affetto che,
solo il giorno prima, avevo “rifiutato”, chiudendomi come un
riccio ed avvertendolo quasi come un'invasione del mio spazio.
Stavolta, invece, era stato liberatorio, liberatorio e sincero,
perché ero riuscita (o forse erano riusciti loro) ad aprire il mio
cuore. Il mio secondo abbraccio è stato chiaramente per Paola,
che, anche questa volta, era riuscita a darmi quello di cui avevo
bisogno e ad aiutarmi a fare un passo in più verso la mia
“realizzazione personale”, cosa che continua a fare
(perfortuna). Dopo di lei, tutti gli altri: Claudia, Giò e Andrea
che, nonostante tutto, è rimasto fino alla fine un po' restio
all'aprirsi totalmente. E' stata un'esperienza incredibile, insomma,
che consiglierei a chiunque fosse interessato ad iniziare un percorso
di ricerca di se stesso e che abbia voglia di “ritrovarsi”.
Per quanto riguarda gli insegnamenti ricevuti...beh, ho avuto ben
presto modo di “sperimentarli”, contravvenendo alle indicazioni
di Paola, ma chiedendole il “permesso” (in realtà, sapevo
che si fidava di me e me l'avrebbe concesso ;)) su Francesco, il
quale, da “povera cavia”, si è trasformato quasi immeditamente
nel mio primo sostenitore...Ma questa “storia” ve la racconterò
un'altra volta...
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