6 luglio 2011

Di ritorno dal seminario. Parte I


"FOREST" di GLORIAdis
Nella lotta con la mia pigrizia ho avuto la meglio ed, alla fine, ho partecipato al seminario di autoguarigione tenuto da Paola Cimarosti! Questo è stato il segno tangibile che, quando una cosa deve accadere, l'universo ordina tutti gli eventi in modo tale che divengano favorevoli e scorrano in una determinata direzione e, sopratutto, invia un po' di luce al cuore, affinché si apra alla decisione giusta. Venerdi sera siamo partiti alla volta di Rocca Priora, dove siamo arrivati dopo un viaggio in auto di circa due ore, accolti da Paola e da Lia, la titolare del B&B olistico dove abbiamo pernottato: un personaggio un po' sui generis, ma molto affascinante. Dopo un breve giro ricognitivo alla scoperta del luogo in cui si sarebbe svolto il seminario, giusto per familiarizzare ed entrare in contatto con il posto, abbiamo preso possesso della nostra stanza, “rosa d'amor” e, devo dire, mai nome poteva essere più propizio.




Sveglia alle 8.30 del giorno seguente per prepararmi, fisicamente e psicologicamente, a questa prima avventura, affrontata senza particolari aspettative, ma con grande curiosità, dovuta sopratutto al fatto che non avevo la benché minima idea di cosa mi aspettasse, se non in linee molto generali. Insieme a Paola ho atteso l'arrivo dei miei compagni, che, fino a quel momento, erano state solo presenza virtuali su facebook, per cui, al di là dell'idea, più o meno esatta, che avevo potuto farmene io, per come la vedevo, fino a che non avessero varcato la soglia, sarebbero rimasti solo frutto della mia fantasia. Senza addentrarmi in dettagli inutili, sono arrivati nell'ordine, Claudia, Giovanna ed Andrea e Gloria e, dopo i convenevoli di rito, siamo entrati nella tensostruttura che ci avrebbe ospitati.



Dopo una breve, ma significativa, presentazione, Paola, introducendoci, ci ha chiesto di presentarci a nostra volta: chiaramente ho iniziato io che, come al solito, per vincere la timidezza, ho cacciato fuori tutta la faccia tosta di cui dispongo. Abbiamo proceduto con il giro di saluti, fino ad arrivare a Gloria, la quale ha chiesto di poter abbracciare ciascuno di noi. Nota dolente per me, che non riesco a rassegnarmi al contatto fisico con un estraneo (ma forse neanche con un amico), poiché lo reputo un gesto di grande intimità: mi sono avvicinata a lei, non riuscendo a vedere nessuna alternativa ed ho proteso le mie braccia verso le sue spalle, in un gesto cauto ed un po' goffo, avvertendo una specie di membrana sottolissima circondare la parte anteriore del mio corpo, per garantirmi la giusta distanza ed il corretto distacco. Andrea, che pure era stato invitato alla medisima “pratica”, ha puntualizzato subito che per lui l'abbraccio è un atto riconducibile più ad un sentimento d'amore passionale, che un gesto elargibile a chiunque; parole le sue che mi hanno dato il coraggio di dichiarare ad alta voce lo stesso imbarazzo, anche per giusitificare la “distanza” che era stata certamente percepita da Gloria. Mentre i miei interlocutori parlavano, mi sono presa qualche minuto per osservarli profondamente e cercare di scoprire le perone che avevo di fronte: Gloria, che appena spuntata sull'uscio, mi aveva dato l'impresisone di una persona un po' scostante, ha subito cominciato a rivelare, invece, tutta la sua luce e la sua positività; di Claudia ho colto l'aspetto timido e riservato, che, onestamente, non mi aspettavo avesse; Andrea, un uomo dalla personalità molto forte e strutturata, idee chiare, ma qualche “vuoto” che tentava di nascondere (a se stesso); Giovanna arrivata carica di aspettative e con una crisi interiore che si percepiva nitidamente dall'energia che emanava, determinata ad affrontarla ed a risolverla a tutti i costi.



In questa perfetta atmosfera di profumi e vibrazioni, ci siamo preparati per il primo “esercizio”, il rilassamento. Per fortuna i miei due mesi di yoga mi avevano abituata a questa pratica, quindi sono riuscita ad evitare che il mio “cervello-scimmia” mi sballottasse tra mille pensieri inutili, riuscendo, invece, ad abbandonarmi completamente: una ventina di minuti, più o meno, in cui il mio corpo di luce ha deciso di elevarsi un pochino, lasciando, pesante, al suolo il suo contenitore. La sensazione è stata quella di avere addosso una Francesca leggera, impalpabile: avvertivo distintamente sulla pelle la vibrazione di un altro corpo; sapevo di essere “sveglia”, anche perché avvertivo chiaramente le parole di Paola che ci guidava in questo stato di semicoscienza, eppure, mi sfuggiva il senso del tempo, sentivo il mio corpo immobile e pesantissimo, vedevo delle immagini che percepivo come reali (di me che aiutavo qualcuno ad estrarre un proiettile da una gamba) eppure non stavo sognando, perchè ero perfettamente consapevole di essere sveglia.



Una volta “risvegliati” da questo rilassamento profondo, Paola ci ha spiegato cosa sono i chakra e come “pulirli”, invitandoci a “fissare” qualunque sensazione o colore percepissimo durante l'esercizio. Bene, a questo punto mi sono persa! Per quanto mi sforzassi di osservare, non riuscivo a vedere prorpio niente, se non un paio di colori, rosso e verde se non sbaglio, in punti in cui avrei dovuto vederne altri e un profondo buio all'altezza del “terzo occhio”. Quando Paola mi ha chiesto cosa avessi “sentito” o visualizzato, le ho risposto in maniera piuttosto incerta, quel “terzo occhio” nero non lasciava certamente presagire nulla di buono: “forse è piuttosto sporco quel chakra”, ha commentato Paola. Beh, non saprei, ma fatto sta che, per quanto abbia cercato di sforzarmi, da questo esercizio sembrerebbe essere uscito ben poco! La mia frustrazione è aumentata quando, ascoltando gli altri descrivere le proprie sensazioni, hanno cominciato ad elencare una serie di visulizzazioni bellissime, piene di colori vivaci avvertiti molto distintamente. A quel punto non sono riuscita a trattenermi ed ho esclamato: “Va be', allora sono malata!”. La risata generale e le rassicurazioni di Paola, che mi ha detto che non tutti reagiscono agli stimoli allo stesso modo, mi hanno un po' sollevata dalla delusione che ho provato per non essermi sentita all'altezza.



Dopo un po' di domande e di illustrazioni da parte di Paola, è arrivata l'ora della tanto agognata pausa pranzo; per quanto possa sembrare strano, avevamo utilizzato un bel po' di energie e lo stomaco cominciava a brontolare, così ci siamo letteralmente tuffati a tavola, dove “avremmo” voluto appagare il nostro senso di fame. Dico “avremmo” perchè alla fine, la pseudo cucina vegetariana che ci è stata offerta, non ha soddisfatto pienamente le nostre aspettative: passi la lasagna con le zucchine, ma i finocchi al graten non si potevano mangiare (resti tra noi...)! [Continua...]


(Il quadro rappresentato in foto fa parte delle opere di Gloria, visibili sulla sua pagina di facebook)





2 commenti:

  1. "timida e riservata"..vero :-)

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  2. Ciao Francesca,
    grazie per il racconto... Io purtroppo o forse per fortuna ... chi lo sa veremente... non sono riuscita a venire a Roma. Sabato e domenica però - last second - ho partecipato a Milano ad un seminario dedicato al chakra del cuore.
    Bello quindi il confronto...
    Noi eravamo 19, tutto piu facile quindi... molte energie diverse che si sono amalgamate e che hanno abbracciato tutti noi dandoci la forza di affrontare il nostro CUORE.
    :-) attendo la tua seconda parte.

    grazie
    Stefania

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