26 agosto 2011

Seminario Parte II: un pieno di energia


Ho fatto trascorrere un bel po' di tempo prima di scrivere questo post, ma, tra la “pausa ferie” ed un momento di disorientamento, ho trovato solo ora la giusta concentrazione e la “presenza mentale” per farlo: è che le sensazioni o ci sono (e vengono fuori), o non te le puoi inventare. Proseguendo nel mio viaggio “dentro” il seminario tenuto da Paola a Roma, poiché non voglio perdermi in un'inutile cronaca asettica dei fatti, arriverò dritta al punto, non rispettando nemmeno una sequenza cronologica precisa, ossia all'insegnamento che più di tutti ho atteso ed apprezzato: il lavoro con l'energia.
Piccola premessa che ritengo d'obbligo: ciascuno di noi ha il “dono” di poter “guarire” se stesso (e gli altri) utilizzando l'energia che proviene dall'Universo, solo che questa capacità “primordiale” è sopita e va “risvegliata” attraverso l'insegnamento della persona giusta. E' quello che ci ha specificato Paola, invitandoci, però, a fare un uso corretto e cosciente di questa energia e a non improvvisarci “guaritori” senza aver prima provveduto a ristabilire dentro noi stessi il giusto equilibrio ed aver raggiunto uno stato di armonia. Mi è sembrata una considerazione corretta, dal momento che, se vogliamo essere dei “canali” per gli altri, dobbiamo prima di tutto essere dei “buoni conduttori”, onde evitare di trasferire ad altri le nostre “scorie” e le nostre inquietudini.

Prima di iniziare ad imparare a guarire noi stessi, è stata necessaria una breve meditazione di circa 15 minuti, che ci ha aiutati a trovare il nostro “centro”; dopodichè Paola ci ha insegnato come “pulire i chakra”. A questo punto, anche qui è necessaria una breve spiegazione iniziale, per chi fosse totalmente estraneo all'argomento: detto in parole povere (che sono le uniche che conosco), i chakra sono dei “centri energetici”, all'interno del nostro corpo, che racchiudono l'energia essenziale per l'armonia della nostra anima e per mantenere un buono stato di salute anche a livello fisico. I chakra normalmente considerati sono 7 (o 11 secondo la pratica del pranic healing spiegataci da Paola), ma questi sono solo i più importanti, poiché, secondo tradizione, in ogni punto del nostro corpo sono presenti questi “vortici” di energia , che pare siano 88.000. Ogni chakra corrisponde, a livello fisico, a diversi organi, e, a livello emozionale, a degli stati d'animo: quando si verifica un disequilibrio in uno dei chakra, perché si crea un vuoto o un accumulo di energia, questo scompenso ha delle ripercussioni sui nostri stati d'animo e provoca degli effetti anche sul piano fisico, potendo dar luogo alle malattie (che, come ho già detto in passato, sono la diretta conseguenza di un malessere psicologico o di uno scompenso energetico). Una volta puliti i chakra, Paola ci ha chiesto che colori avessimo visualizzato, ma neanche a dirlo, io ho glissato l'argomento.

Fatto questo, abbiamo accettato l'invito di Paola di trasferirci all'aria aperta, in un prato di pertinenza del b&b: in questo caso, l'esercizio sarebbe servito a “smuovere” l'energia presente nel nostro corpo, “aprire” i chakra ed “incamerare” l'energia proveniente dall'Universo. Giusto per abbraviare, abbiamo cominciato ad aprire i nostri centri energetici attraverso una serie di esercizi (anche piuttosto faticosi) che hanno interessato ogni singola parte del nostro corpo, partendo dalla testa, fino ad arrivare alle dita dei piedi e, devo dire, dopo averli eseguiti tutti in sequenza per tre volte, ho avvertito davvero una bella carica di energia pervadermi. Il momento più suggestivo, però, è stato quando ci siamo caricati dell'energia proveniente dall'alto: con gli occhi chiusi abbiamo spalancato le braccia come per accoglierla e l'abbiamo poi stretta in un abbraccio. Dopo di che abbiamo unito le mani, proteso le braccia verso l'alto ed abbiamo sentito l'energia scorrere dentro di noi. Avranno contribuito il forte coinvolgimento, il cielo azzurro o la piacevolezza del tepore del sole, ma devo ammettere che è stata una sensazione davvero appagante e sorprendente. Fatto questo, Paola ci ha detto di posizionare la mano su un punto del nostro corpo che solitamente ci da problemi: io, che quel giorno avevo il torcicollo e dolore alle spalle perchè Francesco due giorni prima in palestra mi aveva massacrata, ho chiaramente posato la mano alla base del collo e l'ho tenuta così per una decina di minuti e, magia delle magie, il dolore era scomparso ed io avevo cominciato ad avvertire che la tensione alle spalle era notevolmente diminuita.

Rientrati nella tensostruttura, Paola ci ha finalmente spiegato come effettuare la tecnica di autoguarigione, premettendoci delle raccomandazioni: non praticarla su altre persone, lavarci bene le mani prima e dopo averla eseguita , essere concentrati e “centrati”. Stesi supini sul tappetino abbiamo cominciato a “lavorare” sui chakra ed, a quale punto, finalmente, il buio che avevo “visto” fino a quel momento, ha cominciato a dissolversi, dando spazio a tanto bianco e ad un'infinità di colori. Immaginando un fascio di luce inondarmi dall'alto, ho avvertito distintamente l'energia pulsare nelle mie mani e attraversarle. Dopo aver sciorinato a Paola ed ai presenti l'infinità di domande che fino ad allora mi ero trattenuta dal fare, ma che, alla fine, non ho resistito dall'esporre, è arrivato il (triste) momento del congedo. Benché fossero trascorsi solo due giorni, in poche ore tra di noi si era creata una sinergia ed un'unione di intenti davvero fuori dal normale: ci siamo abbracciati in un cerchio, ci siamo ringraziati per la bella esperienza e ci siamo salutati. A quel punto ho avvertito un forte sentimento di Amore e Comprensione che mi ha commossa ma, come sempre, ho cercato di mantenere il controllo non dandolo a vedere. Dopo qualche secondo di disorientamento inizale e un po' di impaccio, in cui ci guardavamo non sapendo come proseguire, non sono riuscita a trattenermi e, haimé, con mia somma vergogna, ma anche con un senso di liberazione, non sono riuscita a frenare le lacrime e, istintivamente, mi sono rivolta verso Gloria per abbracciarla, o, meglio, per restituirle quel gesto di “apertura” ed affetto che, solo il giorno prima, avevo “rifiutato”, chiudendomi come un riccio ed avvertendolo quasi come un'invasione del mio spazio. Stavolta, invece, era stato liberatorio, liberatorio e sincero, perché ero riuscita (o forse erano riusciti loro) ad aprire il mio cuore. Il mio secondo abbraccio è stato chiaramente per Paola, che, anche questa volta, era riuscita a darmi quello di cui avevo bisogno e ad aiutarmi a fare un passo in più verso la mia “realizzazione personale”, cosa che continua a fare (perfortuna). Dopo di lei, tutti gli altri: Claudia, Giò e Andrea che, nonostante tutto, è rimasto fino alla fine un po' restio all'aprirsi totalmente. E' stata un'esperienza incredibile, insomma, che consiglierei a chiunque fosse interessato ad iniziare un percorso di ricerca di se stesso e che abbia voglia di “ritrovarsi”. Per quanto riguarda gli insegnamenti ricevuti...beh, ho avuto ben presto modo di “sperimentarli”, contravvenendo alle indicazioni di Paola, ma chiedendole il “permesso” (in realtà, sapevo che si fidava di me e me l'avrebbe concesso ;)) su Francesco, il quale, da “povera cavia”, si è trasformato quasi immeditamente nel mio primo sostenitore...Ma questa “storia” ve la racconterò un'altra volta...

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