Marco Matarazzo |
Sei uscito
di scena in punta di piedi, discretamente, nel tuo perfetto stile.
Nessuna tragedia, nessun rumore, nessuna obiezione. E questo è il
mio omaggio a te, che hai recitato la tua parte su questo mondo da
grande attore, fino all'ultimo giorno. Mi sono chiesta dove tu sia
adesso: mi hanno raccontato che la tua anima ha compiuto il suo
percorso ed è pronta a trovare un altro corpo in cui incarnarsi.
Decido di crederci, quantomeno per illudermi che il tuo sorriso
gentile non sia svanito invano, ma stia illuminando il volto di
qualcun altro. Questo pensiero allevia un po' la rabbia, la
delusione, mi aiuta a rassegnarmi alla tua partenza, pianificata con
troppo anticipo.
Non ho molti ricordi, lo sai che sono smemorata, ma
quelli che restano sono ancora vividi: come quando da bambini ci
chiamavamo dal balcone a squarciagola, o quella volta che la povera
vedova del piano di sopra minacciò di tirarci un secchio d'acqua in
testa perché non la facevamo riposare e noi continuammo a comunicare
attraverso un improbabile linguaggio dei segni, cercando di leggere
il labiale, da un piano all'altro, nascosti dietro i vetri della
finestra. E poi il liceo, gli spettacoli, i pomeriggi passati a
guardare la televisione dopo aver studiato. Sono pochi lo so, ma ci
eravamo ripromessi di tenerci in contatto e non l'abbiamo più fatto.
Fino all'altra notte, la prima in cui non eri più sulla terra che
conosciamo, che sei venuto a salutarmi. Il tuo sguardo era come al
solito gentile, ma il rivederti mi ha fatta sussultare lo stesso,
perché non ti aspettavo. Questa volta, però, i tuoi occhi erano un
po' tristi, forse non eri contento di andare via prima del previsto.
Il mio stupore è stato tale che non ho trovato parole da dirti,
avrei voluto salutarti come si deve, invece, ti ho solo promesso che,
un giorno, ci saremmo rivisti. Mi hai mandato un bacio, che mi tengo
stretto come fosse l'ultimo regalo che mi hai fatto. Ora vorrei dirti
che mi dispiace che non ci sei più, ma mi suona retorico. Quindi
preferisco salutarti come ho sempre fatto quando, incontrandoti per
caso, mi dicevi che dovevi già ripartire. Dopo tutto, anche questo è
un viaggio, sebbene, stavolta, tu lo intraprenda da solo. "Buon
viaggio, Marco, fai cose buone...".
Resumé
di Dorothy Parker
di Dorothy Parker
I rasoi fanno male,
i fiumi sono freddi,
l'acido lascia tracce,
le droghe danno i crampi,
le pistole sono illegali,
i cappi cedono,
il gas è nauseabondo…..
Tanto vale vivere
i fiumi sono freddi,
l'acido lascia tracce,
le droghe danno i crampi,
le pistole sono illegali,
i cappi cedono,
il gas è nauseabondo…..
Tanto vale vivere
Brividi.
RispondiEliminaE' bello ciò che hai condiviso con noi...
RispondiEliminaCommossa..
RispondiElimina:'-(
RispondiEliminaBellissime parole, per come lo hai descritto sembra di conoscerlo
RispondiEliminaE' stato un onore averlo vicino e oggi che la sua giovane vita non è più tra noi non possiamo fare altro che dire che è stato un privilegio averlo conosciuto.
RispondiEliminaPer me è stato certamente un altro figlio e oggi lo piango e lo piangerò sempre come tale. Spero anche io di riconoscerlo nel volto di qualcuno se vorrà ritornare su questa terra.
Mi scuso con chi l'ha scritto, ma, per errore, anziché pubblicarlo, ho eliminato un commento a questo post. Invito chi l'ha scritto (anonimo) a ripostarlo se vuole. Perdonatemi la disattenzione...
RispondiEliminaSono riuscita a recuperare il commento:
RispondiElimina"Caro Marco è proprio difficile pensare che non sei più tra noi,la mente non vuole accettare la realtà, ma poi qual'è la differenza tra il sogno e la realtà...se il passato quando c'eri tu non ha più nè tempo nè spazio così anche il futuro necessariamente non ha nè tempo nè spazio perchè non esiste ancora; dunque può essere reale solo l'attimo presente che però anch'esso o è già passato o non è ancora futuro e quindi anch'esso non può esistere. Ma allora mi chiedo perchè è reale questo immenso dolore di non averti più tra noi. E' dunque tutto un sognare la nostra vita?
Buon viaggio Marco."
Gent.ma Francesca La ringrazio per l’attenzione che ha avuto per il commento a “Buon viaggio Marco”...sono l’anonimo che ha inviato anche il precedente commento del 10 Giugno. Di notte non riuscivo a dormire e mi sono per caso imbattuto (o sono stato trovato?)nella rete nel suo blog molto bello e allora ho pensato di inviare qualche commento.
RispondiEliminaIn realtà sono il padre di Diana, la compagna di Marco che nei pochi anni che ci è stato vicino era per me come un altro figlio.
La felicità che Marco ha dato a Diana è pari al dolore e allo sconforto in cui oggii l’ha lasciata andandosene in punta di piedi abbandonando anche tutti quelli che gli hanno voluto bene.
Distinti saluti
r.m.
Non posso neanche immaginare il dolore che prova Sua figlia, cosi' come voi tutti e, piu' di tutti, sua madre Rita. Spero solo che i bei ricordi che avete di lui, il suo amore ed il suo animo gentile possano donarvi un po' di sollievo. Con profondo affetto.
RispondiEliminaFrancesca
bellissimo post... conoscevo poco Marco ma vivendo nella stessa zona ci incrociavamo spesso... è assurdo che sia andato via. Baci a te e a chi lo ha amato tanto...
RispondiEliminaClò
Grazie per aver scritto queste belle parole ...anche perchè ciò che hai scritto è quello che provo anche io ricordandolo ..non lo conoscevo benissimo ma conoscevo la sua famiglia specialmente il padre e il fratello Massimo ....è stata una grande perdità ....ciao Marco ovunque tu sei.......è per te questo bacio nel vento te lo manderò lì con almeno altri cento ....
RispondiEliminaEro su un'isola quando è successo e quando me l'hanno comunicato ho guardato istintivamente il mare, la natura accesa attorno e tutto amico mio delicato ed indimenticabile ti ho dedicato...
RispondiEliminaMarco scrivo e cancello senza trovare le parole giuste. Io e te non ci conoscevamo, non ci siamo mai visti nè presentati. Mi piace pensare che qualche volta abbiamo poggiato la mano sulla stessa superficie, viaggiato sullo stesso treno, calpestato gli stessi gradini della metropolitana. Mi piace pensare che eri uno pieno di vita, con gli attributi giusti per affrontare le situazioni di emergenza, un tipo che camminava a testa alta... non perfetto, non ancora. Mi piace immaginarti disteso sotto un grande albero, disteso di schiena, mentre ragioni sul senso di questa vita. Magari un giorno ci spiegherai perchè sei andato via così presto.
RispondiEliminaCiao Marco.